hronline
     n. 6 anno 2024

Manuale per manager che vogliono arrevotare
Lezioni di saggezza napoletana per diventare leader

autore, Renato Votta
recensione a cura della Redazione

Cuzzolin Editore

Mai prendersi troppo sul serio. Ce lo insegna quel grande maestro di vita che è Pulcinella. Perché, dopo tanti anni di lavoro, ho capito che il problema per questo personaggio non sono le caratteristiche negative che spesso i cliché attribuiscono a lui e poi, per la proprietà transitiva del pregiudizio, anche ai napoletani. Il vero problema sono i tanti personaggi che si comportano da Pulcinella tutti i giorni, senza rendersene conto. Sono loro a rovinare la fama dell’immortale maschera napoletana, non le sue gesta e i suoi comportamenti, a volte coraggiosi se non addirittura eroici. Altro personaggio storico spesso ridicolizzato è Masaniello, che viene citato come archetipo di un modo di essere ribelli irrazionale, velleitario, improvvisato. Forzatura storica molto utile per scoraggiare gli oppressi e i reietti, non solo napoletani, da qualsiasi forma di lotta contro uno status quo opprimente. Questo piccolo lavoro non ha, evidentemente, finalità didattiche o scientifiche. Non intende issare bandiere neo-borboniche o sostenere revanscismi francamente fuori tempo, né ricreare obsoleti e noiosi derby nord-sud. Vuole semplicemente compiere una piccola “operazione di giustizia”: restituire a Napoli e alla sua millenaria cultura, tutto il valore e l’attualità che ancora oggi riescono ad esprimere, anche in un ambito apparentemente lontano come quello manageriale e, più in generale, aziendale. Sono le soft skill quelle che fanno la differenza, ce lo dicono in mille salse diverse guru, consulenti, esperti e sedicenti tali. Ma se questo è vero, allora la filosofia partenopea può insegnare davvero tanto. Può mostrarci la meschinità di certi comportamenti, le trappole in cui possiamo cadere nelle nostre relazioni professionali e personali, ma anche la necessità di mostrare flessibilità e spirito adattivo, nelle varie situazioni e dinamiche cui siamo sottoposti quotidianamente nel nostro lavoro. Oggi si usano tante parole cosiddette buzzword: leadership, teamworking, empowerment, achievement, problem solving solo per citarne alcune. Ma quella che oggi è più di moda è senz’altro la famosa: “resilienza”. Ecco, mi sento di poter dire senza tema di smentite che la resilienza l’abbiamo inventata noi napoletani e ancora una volta è stata poi derubricata e svilita: la resilienza altro non è che la napoletanissima “arte di arrangiarsi”, quella flessibilità cognitiva e comportamentale che risiede nel potenziale delle persone e che può poi concretizzarsi nelle scelte di un manager di una multinazionale come nel personaggio del popolino napoletano. In tempi di cambiamento epocale, infatti, non possiamo rimanere uguali a noi stessi, ma dobbiamo gestire le difficoltà con prontezza e anche con quel pizzico di umorismo, sia pure amaro, che ci aiuta ad andare avanti nonostante tutto. In fondo, se nell’immaginario di tanti siamo visti, ancora nel 2022, come quelli che stanno nel dolce far niente a suonare il mandolino e a mangiare gli spaghetti con le mani, almeno trasmettiamo positività e ottimismo, che sono ingredienti fondamentali per affrontare le avversità, ma anche per immaginare un futuro migliore. Perché personalmente continuo a pensarla come il grandissimo Luciano de Crescenzo: “Napoli è l’ultima speranza dell’umanità”. Anche per manager e aspiranti leader…

Note di lettura:

Il lavoro si compone di cento proverbi napoletani opportunamente contestualizzati al mondo aziendale e, più in generale, lavorativo. Ciascun detto è commentato dall’autore, anche alla luce della sua pluriennale esperienza manageriale in varie realtà, profondamente diverse per area di business, dimensioni, contesto culturale.

 

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