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     n. 6 anno 2024

Carriera o ricerca di senso?

di Gabriele Gabrielli

di Gabriele Gabrielli

«Non siamo più quelli di una volta!» Un’espressione che usiamo in diversi contesti e occasioni, per esempio quando vogliamo segnalare che abbiamo cambiato atteggiamento riguardo a un’idea o a un progetto, ma anche quando temiamo di non avere più le forze necessarie per sorreggerne il peso e portarlo avanti. 
Gli atteggiamenti in effetti, ci dicono le ricerche, possono cambiare nel tempo e a modificarli contribuiscono numerosi fattori. Nei contesti organizzativi un peso importante tra questi lo ricoprono il management e le pratiche di gestione delle risorse umane. La percezione di efficacia di queste ultime da parte dei collaboratori, una volta implementate, restituisce importanti materiali per intervenire e apportare gli aggiustamenti più opportuni al modo di organizzare e gestire lavoro e relazioni.
Può essere interessante riflettere allora su un fenomeno che sta prendendo una certa consistenza.
Oggi accade sempre più spesso un fatto inusuale che coglie le imprese impreparate. Di che si tratta? Stando agli esiti di alcune ricerche a livello globale, sembra che almeno una metà dei lavoratori non abbia interesse a crescere in azienda, non abbia cioè la motivazione a fare carriera, a salire nei gradini dell’organizzazione occupando ruoli più rilevanti e di maggiore responsabilità. Un bel grattacapo perché le imprese, al di là di qualche innovativa pratica che racconta di organizzazioni senza capi, hanno bisogno di guida e di persone che si prendano in carico la responsabilità di indirizzare, motivare, valutare e premiare il lavoro altrui. E in Italia?
«L'avanzamento di carriera è al 9° posto tra fattori più rilevanti nel lavoro. L'ambizione non corrisponde più alla sua accezione tradizionale di progressione di carriera: i lavoratori stanno rivalutando le loro priorità mettendo al centro delle decisioni di carriera fattori come work-life balance, flessibilità, equità e formazione».
Questi dati, raccolti ed elaborati dal Randstad Workmonitor 2024, fanno impressione e segnalano un cambiamento importante che va ascoltato. Possono far pensare che presto, se indicassero un trend di lungo periodo, ci troveremo a dover affrontare una crisi di leadership. 
Come interpretare questi dati? Certamente indicano un movimento che ha trovato nella pandemia se non la causa almeno un acceleratore, ossia una generale riconsiderazione dei valori che le persone stanno meditando come guida delle loro scelte nella vita. 
Numerosi studi, infatti, avvertono che il lavoro sta perdendo di importanza nei ranking personali, il posto centrale che ricopriva una volta ora è occupato da altri valori che non sembrano apprezzare l’idea di  sacrificare altri beni come il tempo libero o le relazioni che la carriera comporta. Meglio stare fermi allora e cercare maggiore tranquillità, una dimensione questa sempre più associata all’idea di benessere. 
D’altro canto, altre ricerche mostrano come anche i manager (a tutti i livelli) siano fortemente stressati, come stia crescendo il consumo di ansiolitici mentre hanno successo libri che suggeriscono ricette per governarla. Manager e lavoratori sembrano spossati, sofferenti, disorientati. Diventa allora più prepotente la ricerca di senso nel lavoro da parte delle persone, una tendenza ben descritta dalle parole di Marco Ceresa, Group CEO Randstad Italia, che osserva: «Non sono pochi gli intervistati che affermano di poter essere appagati da un lavoro senza prospettive di carriera ma nelle loro corde…».
Imprenditori, manager e HR devono darsi da fare allora per costruire condizioni di lavoro diverse e sostenere - è proprio il caso di dirlo - l’impresa e il lavoro.

 

Gabriele Gabrielli
Coach e consulente è Founder e Ceo di Studio Gabrielli Associati Srl e di People Management Lab S.r.l Società Benefit e BCorp certificata. Ideatore e presidente della Fondazione Lavoroperlapersona ETS, è professore a contratto di Organizzazione e gestione delle risorse umane e People management e reward all’Università Luiss Guido Carli e di Remunerazione e gestione delle risorse umane all’Università Europea di Roma dove è anche co-direttore del Master di 1^ livello in Sustainable HRM. I suoi lavori più recenti sono: Ridisegnare il lavoro, 2022 e Rigenerare la dignità del lavoro, 2023, entrambi per l’editore Franco Angeli. 

 

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