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     n. 15 anno 2022

Smart working: non è tutto oro...

di Paolo Iacci

di Paolo Iacci

Due signore si incontrano per fare due chiacchiere....
- Mio marito è sempre davanti al pc a chattare, così ieri l’ho affrontato e gli ho detto che così non può più andare avanti, non mi rivolge neanche più la parola...
- E lui?!
- Niente, neanche uno sguardo
- Come niente?!
- Niente, neanche una reazione, non mi ha mandato neanche una mail...!

Una recente ricerca Microsoft mostra alcuni dati interessanti sulla vita lavorativa durante gli ultimi due anni, caratterizzati dalla grande diffusione dello smart working:

  •  Si lavora di più! La pandemia ha portato a un aumento del numero di ore lavorate. Dal marzo 2020 la giornata lavorativa media è aumentata del 13% (circa un’ora). Ma il dato forse più preoccupante è che il lavoro effettuato dopo il normale orario d’ufficio è aumentato del doppio. I dati Inps ci dicono che normalmente quelle ore aggiuntive non vengono pagate come straordinario.
  • Basta con tutte queste riunioni! Smettiamola! Da febbraio 2020, l'utente medio di Teams ha visto un aumento del 252% del tempo di riunione settimanale e il numero di riunioni settimanali è aumentato del 153%. Nel febbraio 2022, riseptto a marzo 2020,  l'utente medio di Teams ha inviato il 32% di chat in più ogni settimana e questa cifra continua a salire. L'intervallo della giornata lavorativa per l'utente medio di Teams è aumentato di oltre il 13% (46 minuti) da marzo 2020 e il lavoro fuori orario e nel fine settimana è cresciuto ancora più rapidamente, rispettivamente del 28% e del 14%. Siamo sempre in riunione. Si lavora di più per produrre lo stesso.
  • Basta lavorare la sera! Le riunioni ora iniziano più tardi il lunedì e terminano prima il venerdì e ci sono meno riunioni all'ora di pranzo. Mentre le 9:00-11:00 è l'orario di incontro più utilizzato, 14:00-15:00 sta diventando sempre più popolare.La ricerca evidenzia anche come ci sia stato un drastico cambiamento nei “picchi di produttività” durante la giornata lavorativa. Prima della pandemia gli impiegati erano più produttivi appena prima e appena dopo la pausa pranzo. Dal 2020 un altro picco ha iniziato a registrarsi la sera tardi. Il 30% delle persone coinvolte nello studio è risultata produttiva alle 10 di sera quanto lo era alle 8 del mattino (e cioè a quell’ora stava lavorando al computer, mandando e-mail o utilizzando applicativi non per svago, ma per lavoro).
  • Questo terzo picco di produttività sembra essere causato proprio dal fatto che la flessibilità del lavoro da remoto permette alle persone di gestire la giornata in modo differente, prendendosi pause anche durante il normale orario d’ufficio, magari per andare a prendere i figli a scuola, e decidendo poi di finire il proprio lavoro dopo cena. Sicuramente il lato positivo di questo fenomeno è che lo smart working permette alle persone di gestire la propria giornata al meglio, facendo coincidere più facilmente ispirazione e produttività. Ma la mancanza di confini tra vita privata e lavoro sta creando anche tantissimi problemi e negli ultimi due anni ha portato al diffondersi del fenomeno dell’aumento delle dimissioni volontarie.
  • In un mondo del lavoro digital-first, in cui il 51% dei dipendenti ibridi sta valutando di passare al lavoro a distanza nel prossimo anno, non possiamo più fare affidamento esclusivamente sull'ufficio per recuperare i rapporti sociali che si alimentavano in presenza. Questo non sarà un compito banale: il 43% dei leader afferma che la costruzione di relazioni è la sfida più grande nel lavoro ibrido e remoto.  Costruire un solido capitale sociale è però fondamentale per il successo organizzativo. I dipendenti che hanno relazioni proficue con i membri del proprio team riferiscono un benessere migliore rispetto a quelli con relazioni scadenti (76% contro 57%). Segnalano anche una maggiore produttività (50% contro 36%) e hanno meno probabilità di cambiare datore di lavoro nel corso dell'anno successivo (61% contro 39%).

Come si vede, non è tutto oro ciò che luccica. Con lo smart working i dipendenti scambiano maggiore flessibilità e comodità con maggior impegno e minore socialità. Oggi sembra valerne la pena, ma sarà necessaria una migliore gestione di questa modalità lavorativa da parte di tutti. HR in primis.

 

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