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     n. 19 anno 2022

Innovazione - Dall'IMH Summit 2022
Alice Zilioli racconta l'esperienza Roche

di Sara Michelle Delpiano e Maurizio Quarta

Si terrà il 30 novembre a Milano l’IMH Summit 2022, un evento promosso da Innovation Manager Hub, la community dei manager dell'innovazione ideata e fondata nel 2021 da Manuele Vailati, CEO di Start Hub Consulting, per valorizzare e far emergere in tutto il suo potenziale, il ruolo del manager dell’innovazione, ovvero di colui che la presidia e promuove nella propria azienda. L’evento vedrà tavoli tematici, speech, momenti di confronto e di networking e la partecipazione degli Innovation Manager di tante aziende di rilevanza internazionale, rappresentanti del mondo accademico e delle istituzioni. Tra gli speaker anche Alice Zilioli, Marketing & Customer Innovation Leader di Roche che ci racconta la sua storia in questa intervista.


Alice, puoi descriverci il tuo ruolo in Roche? 
Nell’ambito di un assetto organizzativo agile, in qualità di Marketing & Customer Innovation Leader, sono responsabile del Chapter Marketing & Innovation. 
Il mio ruolo ha come principale focus il reskilling e l’upskilling delle competenze della famiglia professionale dei brand manager & customer innovation manager
Una community che ha l’obiettivo di portare valore a tutto l’ecosistema salute, perseguendo l’eccellenza strategica, funzionale e l’applicazione di approcci innovativi includendo lo scambio di esperienze cross aree terapeutiche nelle quali Roche è impegnata, accelerando la condivisione e l’acquisizione di learnings, armonizzando il modo di lavorare e i processi. Sono responsabile del programma di innovazione aperta Roche HealthBuilders attraverso il quale costantemente collaboriamo con il network degli innovatori: start-up, venture capital, università, acceleratori e incubatori al fine di co-creare soluzioni ad alto impatto volte all’ottimizzazione del percorso integrato di cura per migliaia di pazienti dalla fase di screening, trattamento e monitoraggio.

Che significato attribuisci al termine innovazione? 
Per me è la capacità di introdurre elementi, di processo o soluzioni, in grado di generare valore incrementale e di mantenersi competitivi sul mercato in continua evoluzione.
Credo fortemente nell’importanza di un modello di innovazione che preveda fasi strutturate e consequenziali che partono sempre da un profondo ascolto dei clienti e da una comprensione dei loro bisogni attraverso analisi di insight e valutazione di azionabilità. In fase di brainstorming divergente, ovvero quella fase di confronto in cui le idee vengono formulate ed espresse liberamente per trovare soluzioni a bisogni, si dovrebbe quanto più possibile attingere alla prospettiva e alla creatività di diversi interlocutori (interni ed esterni all’organizzazione stessa) proprio al fine di contaminarsi ed aprirsi ad accogliere l’innovazione da qualunque parte essa provenga. 
In fase convergente la rigorosità di un funnel di innovazione ci viene successivamente in aiuto per restringere il campo a soluzioni al più alto tasso di impatto considerando grado di innovatività, scalabilità e sostenibilità nel tempo. La prassi sempre più diffusa di trasformare idee in prototipi è per realtà come la nostra molto efficace per una fase di test e ritorno dal customer al fine di accogliere ulteriori spunti migliorativi prima della fase produttiva e dell’elaborazione di modelli di go-to market. Con riferimento a quest’ultima fase il “come” si da accesso all'innovazione può rappresentare un vero e proprio elemento chiave di successo. 

In che modo "fare innovazione" sta diventando sempre più una leva strategica in Roche? 
“Fare innovazione” è sempre stato uno dei tratti distintivi di Roche fin dalla sua fondazione nel 1896. Siamo presenti in Italia da ben 125 anni, protagonisti di una storia di futuro che dalla rivoluzione industriale di fine ‘800 arriva all’intelligenza artificiale e ai big data dei giorni nostri. Abbiamo attraversato tre secoli durante i quali abbiamo sempre lavorato per dare risposte ai bisogni di salute dell’umanità, prima con la produzione di vitamine e integratori in un momento in cui la malnutrizione era una piaga dilagante, passando poi per gli antibiotici e per la cura di alcuni dei tumori più gravi e diffusi, impegnandoci infine nelle malattie del Sistema Nervoso e rare. Siamo l’azienda del settore Healthcare che investe di più in ricerca a livello mondiale per realizzare oggi ciò di cui i pazienti avranno bisogno domani. Roche è un gruppo che integra competenze farmaceutiche e diagnostiche e questo ci permette, da una parte, di avere una visione di insieme e, dall’altra di essere partner di tutti gli interlocutori del sistema lungo l’intero percorso di cura avendo come obiettivo la sostenibilità del sistema.
Negli ultimi decenni, grazie alle fondamentali innovazioni sviluppate nel campo della biologia molecolare e delle biotecnologie, della genetica e dell’informatica, sono stati fatti importanti passi avanti verso la personalizzazione delle cure. 
Questo approccio alla medicina di precisione e agli approcci multidisciplinari si sta estendendo anche agli strumenti digitali oggi disponibili nel nostro portfolio in digital health, facendo comprendere quanto sempre più spesso i nuovi farmaci debbano essere accompagnati da dispositivi medici in grado di favorire la corretta prescrizione, somministrazione, monitoraggio o aderenza terapeutica del paziente. 

Qual è la tua vision rispetto ai  fattori determinanti nello sviluppo innovativo del settore Pharma? Parlando di innovazione, quasi sempre si parla di come operare sulle nuove generazioni e di quante migliaia di persone ci sarà bisogno nel prossimo futuro …
Un fattore determinante dal mio punto di vista sarà quello di continuare a investire sulle competenze. Roche da questo punto di vista è in prima fila anche attraverso le attività della sua Fondazione che ogni anno indice un bando per premiare giovani ricercatori italiani under 40. Grazie a questa iniziativa sono stati stanziati oltre 4 milioni di euro che hanno finanziato 56 progetti di ricerca negli ultimi 6 anni. Proprio perché siamo parte di un sistema in continua evoluzione sono sempre più numerose e diversificate le figure professionali specializzate che vengono coinvolte nei percorsi di terapia. A ruoli consolidati si affiancano nuove professionalità, essenziali per garantire la qualità dei dati raccolti e per coordinare lo studio, le procedure e tutto il personale coinvolto nella sperimentazione. Tra questi ci sono i Data Manager e gli Infermieri di Ricerca. Anche in questo ambito Roche indice annualmente un bando aperto a tutti i centri affinché queste nuove figure professionali possano consolidare le proprie competenze per gestire al meglio gli studi clinici e portare così non solo un miglioramento della qualità della ricerca stessa ma anche della sicurezza dei pazienti che vi partecipano.
Pensando poi a elementi cross-settore sempre di più la collaborazione e le partnership potranno rappresentare un elemento di sinergia e sostenibilità di sistema lavorando con le nuove generazioni per efficientare processi, automatizzandoli ove possibile, ma al tempo stesso umanizzando parti di percorso dove le relazioni e il valore umano potranno generare maggior beneficio. 

Le aziende sono oggi popolate da centinaia di migliaia di persone over 40 che ci lavoreranno per almeno altri vent’anni: molti hanno una cultura e una preparazione molto poco digitale, scarsa propensione al cambiamento e dovranno confrontarsi con modalità del tutto nuove di operare. 
In ambito sanitario abbiamo registrato nel corso degli ultimi decenni svariate evoluzioni tecnologiche, organizzative e culturali.
Ritengo che la tematica sia da affrontare da un punto di vista di mindset piuttosto che di età anagrafica e a questo proposito appartiene alla cultura di innovazione di Roche la volontà di lavorare in modo costante alla crescita delle competenze e all’anticipazione dei trend che nel corso dei gli anni ha portato le persone di Roche ad essere protagonisti di cambiamenti importanti. Potrei citare a questo proposito la creazione di nuovi ruoli di interfaccia con i customer o il cambiamento di paradigma di modello di ingaggio con i nostri stakeholder, passando da una cultura prodotto centrica ad una di ascolto e co-creazione sistemica centrica. Analogamente anche per il digital trend l’evoluzione alla quale stiamo assistendo è guidata dal growth-mindset delle nostre persone attraverso la volontà di approcciarsi con curiosità e spirito di sperimentazione alle nuove tecnologie digitali, utilizzandole e comprendendo in prima persona i benefici correlati. 
 
L’HR può rivestire un ruolo chiave nello sviluppo della cultura digitale in azienda, come garante e abilitatore di un processo collaborativo, capace di coinvolgere l’intera organizzazione affinché le persone contribuiscano e partecipino attivamente, una volta che siano adeguatamente informate, formate e motivate/incentivate. Un tuo commento?
Il ruolo chiave di chiave di HR in questa prospettiva si traduce non solo nella capacità descritta sopra di garantire un processo di crescita continua delle competenze e del growth-mindset ma altresì nel rivedere l’assetto organizzativo per essere ancora più efficaci nel raggiungimento degli outcome. A questo proposito nell’organizzazione Roche sono stati creati ruoli di Chapter Lead per famiglia professionale (Marketing, Medica, Market Access, Field Force) che sono espressamente deputati come leader gerarchici a far in modo che l’upskilling delle competenze si traduca in gradiente chiave per sedere ai tavoli decisionali strategici (nel nostro caso squad di area terapeutica) con il miglior bagaglio esperienziale e di competenze possibile per generare valore ai pazienti che beneficiano delle nostre soluzioni terapeutiche e di servizi.  Negli ultimi anni il focus di questo upskilling ha riguardato proprio il digitale, con strumenti di digital health e utilizzo dell’ omnicanalità, e la customer experience per garantire la miglior esperienza possibile per i nostri clienti a 360°. Questo approccio ha coinvolto l’intera organizzazione con diversi livelli di approfondimento e customizzazione a seconda del ruolo ricoperto. 

 

Sara Michelle Delpiano, IMH  Senior Community Manager

Maurizio Quarta, Managing Partner, Temporary Management & Capital Advisors

 

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