hronline
     n. 11 anno 2021

Neuroscienze e Sviluppo (del) Personale

autori, Emanuela Salati e Attilio Leoni
recensione a cura della redazione

Guerini ed. 2021

Dopo la pubblicazione, nel 2015, del volume "Neuroscienze e Management", i due curatori Emanuela Salati ed Attilio Leoni hanno proseguito negli studi neuroscientifici pubblicando ora, sempre con l'editore Guerini, il volume "Neuroscienze e sviluppo (del) Personale", che raccoglie dieci testi di altrettanti neuroscienziati e professionisti del mondo HR italiani e stranieri.

I curatori, manager di consolidata esperienza nell'ambito della Direzione Risorse Umane, con questo nuovo libro ancor più che con il precedente intendono dimostrare, con grande pragmatismo e spirito applicativo, che alcune delle molte scoperte sul funzionamento del cervello possono essere anche utilmente applicate nella gestione e sviluppo delle persone al lavoro. L'obiettivo è quello di rendere più efficaci (e perché no, anche efficienti) le politiche e le prassi di risposta alle vecchie ma sempre attuali problematiche organizzative e relazionali, per le quali gli interventi della classica gestione delle risorse umane risultano spesso insufficienti, ma anche alle nuove sfide derivanti dai cambiamenti che la pandemia non ha fatto altro che accelerare.

Il volume è diviso in tre parti.

Nella prima si affrontano i temi del cambiamento e dell'apprendimento. La formazione (soprattutto manageriale e comportamentale), così importante soprattutto in tempi come i nostri di precoce obsolescenza delle competenze, è da qualche tempo oggetto di critiche anche pesanti (basta leggere cosa scrive la "Harvard Business Review" nel numero di ottobre 2016 per rendersi conto della situazione!) rispetto alla sua reale efficacia. Nel libro di Salati e Leoni si illustra chiaramente cosa significa cambiare le nostre routine comportamentali da un punto di vista neuroscientifico e quindi in che direzione la formazione debba essere modificata (anche radicalmente) per diventare davvero efficace. Numerose indicazioni concrete per attivarsi, da oggi, in una progettazione della formazione che la salvi dai tagli degli amministratori delegati alle prese con la necessità di fare economie. Un esempio? Stop alla "due giorni di full immersion" da sostituire con più micro-interventi di singola durata breve ma complessivamente più estesi nel tempo, perché hanno la forza delle gocce che una ad una scavano la roccia (ovvero hanno la forza ed il tempo di modificare le connessioni tra i neuroni generando nuovi circuiti cerebrali cioè un reale apprendimento "incarnato"). Ancora più critico è oggi, spesso, il bilancio dei processi di change management nelle aziende (nel 75% dei casi, secondo uno studio del "Boston Consulting Group", non si osserva alcun miglioramento delle performance economiche). Viene quindi presentato un caso concreto di gestione di un processo di cambiamento nella rete di vendita di una grande azienda italiana cui viene applicato un modello nuovo, che per la prima volta unisce gli strumenti di analisi culturale antropologica con le tecniche neuroscientifiche.

Nella seconda parte del libro si affronta invece il tema della leadership da più punti di vista. Uno è quello della forza dirompente che il leader può introdurre nel suo team di lavoro quando riesce a stimolare in esso una buona dose di fiducia reciproca. Due test, condotti in aziende americane, mostrano (per la prima volta con così grande precisione statistica) che laddove regni un clima di fiducia reciproca e dove sono esplicitati gli obiettivi si può misurare un incremento della produttività e della redditività, una riduzione del turnover, un miglioramento della soddisfazione al lavoro e una maggiore felicità delle persone al lavoro. La forza dei numeri, in questo dettagliato studio, riesce effettivamente a contrastare ogni possibile scetticismo sull'argomento. Un altro tema, estremamente innovativo, è quello della capacità dei cervelli di "sintonizzarsi". Attraverso alcuni esperimenti di "hyperscanning", illustrati nel testo e svolti anche dagli stessi curatori del libro in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano, si è potuta registrare l'attività simultanea cerebrale di due individui coinvolti in azienda nello svolgimento di un compito comune o un'interazione comunicativa. Alcuni esperimenti, in particolare, hanno voluto analizzare gli effetti di diversi stili di interazione e di conduzione di un colloquio di valutazione capo - collaboratore sulle effettive capacità di due cervelli di sintonizzarsi. Ne sono emerse alcune evidenze davvero interessanti, meritevoli di ulteriori ricerche: ad esempio il colloquio senza ranking numerico e con uno stile meno autoritario e più dialogante sembrerebbe maggiormente utile a consentire questa sintonizzazione. Concludono la seconda parte due testi, ad opera degli stessi curatori del libro, nei quali si presenta la SCARF, uno dei modelli più diffusi nel capo della Neuroleadership, ed alcune prime evidenze dalla Neuroendocrinologia, con diversi consigli pratici di vita per i leader per migliorare le proprie performance lavorative (quasi un decalogo nel quale l'attività fisica, un buon riposo, una dieta attenta ad evitare i cali di zucchero e buoni rapporti sociali riuscirebbero a modificare positivamente il profilo ormonale del buon leader).

La terza ed ultima parte del libro è infine dedicata principalmente al marketing, alle emozioni ed alla bioetica. Il marketing è stata la prima funzione organizzativa a comprendere il ruolo delle emozioni nel funzionamento del cervello e quindi anche delle nostre decisioni (acquisto di un bene o servizio, immagine di una azienda ecc.). Oggi però, per la prima volta sono disponibili metodologie scientifiche per la misura dell'emozione e più in generale dell'attività cerebrale di persone di fronte a stimoli di marketing (clienti ma anche dipendenti piuttosto che candidati ad un'assunzione ecc.). La novità ulteriore è che tali emozioni (ed i relativi processi cerebrali) possono essere misurate durante la fruizione di questi stimoli, quindi in condizioni sempre più vicine a quello che accade nella vita di tutti i giorni. Conclude il libro una interessante e doverosa riflessione sugli aspetti etici relativi alle applicazioni di conoscenze e tecniche neuroscientifiche nei settori delle risorse umane e del marketing.

E' questo un libro che quindi si distingue dagli ormai non pochi in commercio dedicati al tema delle neuroscienze ed al loro possibile rapporto con il mondo delle organizzazioni aziendali per la volontà di offrire spunti, suggerimenti ed esempi concreti di applicazione pratica di nuovi possibili modi di gestire le persone al lavoro, affinché anche i lettori/manager possano provare, con sicurezza e rigore scientifico, ad utilizzare strumenti nuovi per una gestione più efficace delle persone e delle organizzazioni stesse. Partire dalla "testa" insomma, prendendosi in carico la ragioni del cambiare e sanando forse (finalmente!) tante frustrazioni passate, recuperando - certo - la complessità di ogni azione manageriale ma con l'acquisizione di nuove visioni e la formazione di nuovi modelli interpretativi.

 

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