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     n. 5 anno 2021

Il Welfare aziendale: uno sguardo nuovo alla gestione del personale e al territorio

di Sara Emma Bassolamento

Le condizioni di oggettivo disagio derivanti dalla crisi pandemica e dalle conseguenti restrizioni hanno aumentato il livello di attenzione nei confronti delle tematiche di welfare anche e soprattutto da parte delle PMI, le quali iniziano ad affidarne la gestione a figure temporary, sia specificamente dedicate alle Risorse Umane, sia a figure manageriali più elevate nell'ambito dei progetti loro affidati.

Sempre di più in Italia, finalmente, si sente parlare di Welfare aziendale.

Mentre fino a qualche anno fa era un tema quasi sconosciuto, oggi sia i lavoratori che le aziende stanno iniziando ad informarsi e ad avvicinarsi a queste tematiche.
Ogni qualvolta ci approcciamo ad un'azienda potenziale cliente, solitamente le figure al proprio interno (AD, CEO o Responsabile Risorse umane), riconoscono ben presto, se non ne sono già a conoscenza, i vantaggi dell'introduzione del Welfare in azienda.

Ma che cosa si intende e di cosa si tratta?
Il Welfare è una cultura aziendale, regolamentata dal TIUR, il Testo Unico delle Imposte sul Reddito negli artt. 51 e 100, messa a disposizione delle aziende, per donare benefici e servizi di carattere non monetario ai propri collaboratori e alle loro famiglie, godendo di particolari sgravi fiscali.
Integrare politiche di Welfare aziendale permette alle imprese di:

  • aumentare la produttività
  • aumentare la fedeltà dei propri collaboratori nei confronti dell'impresa
  • diminuire i costi
Il Welfare inizialmente si basava su quattro pilastri fondamentali: Famiglia, Salute, Previdenza sociale e Benessere della persona; oggi invece grazie all'integrazione di diversi servizi, le sezioni in cui poter spendere il credito sono molte di più, per esempio: viaggi, abbonamenti in palestra, Corsi di lingue e di hobby (incluse le patenti), biglietti per eventi e tanto altro.
Tutti questi servizi o in parte, dipende dalla proposta che offre il singolo provider di Welfare, sono fruibili attraverso una piattaforma digitale, sulla quale i lavoratori accedendovi, possono beneficiarne utilizzando il loro credito Welfare erogato dall'azienda stessa.

Ma perché un imprenditore dovrebbe introdurre il Welfare nella propria Azienda?

Oggi introdurre politiche di Welfare non significa solo avere un risparmio economico - l'erogazione di tali servizi è totalmente deducibile dai costi del datore di lavoro e non ci sono tasse da pagare per i servizi di Welfare aziendale forniti ai collaboratori.
Fatto salvo che l'interesse delle aziende verso piani di welfare aziendale che offrono un'ampia gamma di servizi ai propri lavoratori come detto è positivamente in crescita, è importante capire che l'introduzione degli stessi non può e non deve essere esclusivamente riservata alle grandi aziende, ma anche alle PMI. Spesso decisiva è la figura del Temporary manager che grazie a tali soluzioni può apportare un grande cambiamento, delineando strategicamente una crescita della PMI e facendola crescere sia dal punto di vista economico che di risparmio fiscale e - in ultimo ma non meno importante - soddisfazione e ingaggio delle persone al suo interno. Un primo passaggio viene spesso fatto dal responsabile HR, entrare in contatto con le politiche di welfare aziendale e metterle in atto in azienda può permettergli di apportare molti cambiamenti nell'immediato. Dalla negoziazione in fase di assunzione (avendo un nuovo potete strumento negoziale a sue mani) fino alla fase premiale e di ingaggio, grazie anche alla creazione di un regolamento aziendale welfare ad hoc. Nel medio e lungo periodo l'impatto sull'azienda in termini di costi e benefici può essere misurato, il che permette al General Manager di valutare le differenze portate dall'inserimento del Welfare in azienda e dare riscontro dell'effettivo cambiamento attuato.
I risultati possono essere valutati in maniera tangibile, grazie ai principali target, che sono i seguenti:

  • Beneficio organizzativo, poichè permette di migliorare il clima aziendale ed è una soluzione in grado di creare maggior ingaggio da parte dei collaboratori che si riflette inevitabilmente sulla loro produttività e sulla loro efficienza;
  • Beneficio per le assunzioni, perché avere una maggiore attenzione verso i propri collaboratori permette alle aziende di trattenere o attrarre i talenti migliori e inoltre diventa un'ottima arma e una soluzione soprattutto per le PMI, permettendo loro di competere con le grandi imprese;
  • Beneficio sull'immagine aziendale, poiché l'attenzione verso i propri collaboratori fa si che l'azienda venga percepita dal pubblico esterno in maniera più positiva.

Oltre quanto detto sopra, diverse ricerche affermano l'importanza dell'ascolto attivo dei collaboratori. Per esempio, dall'analisi svolta dall'Istituto Great Place to Work, che identifica le aziende migliori in base ai giudizi dei lavoratori, si evidenziano due punti principali:

  1. per le aziende che predispongono servizi che vadano incontro ai bisogni personali dei collaboratori si verifica un incremento della produttività di ben il 12%;
  2. per le aziende che pongono le basi per un miglior rapporto di lavoro con i propri collaboratori si può riscontrare un aumento del fatturato che raggiunge addirittura il 26%.

Come si applica il Welfare aziendale? Chi ne può usufruire?

La Normativa vigente afferma che è possibile erogare un importo in Welfare aziendale ai collaboratori secondo le seguenti modalità:

  • Obbligatorietà quando previsto da CCNL (metalmeccanici, telecomunicazioni, orafi e argentieri contratti del settore sociosanitario e dell'Audiovisivo, altri);
  • Accordo sindacale anche con possibilità di conversione del Premio di Risultato;
  • Contributo volontario erogato dall'azienda alla totalità dei dipendenti o a categorie omogenee.
Il Welfare aziendale è in grado quindi di instaurare nuovi sistemi premianti che vanno oltre al semplice incentivo in denaro ma che sono volti al benessere dei lavoratori e della loro famiglia.

Quali sono gli step per introdurre un Piano di Welfare aziendale?

Ancora prima di investire in un Piano di Welfare aziendale, un'azienda che ha come obiettivo quello di costruire un'ambiente lavorativo positivo ha la possibilità di fare piccole modifiche utili ad intraprendere questa nuova strada, come per esempio: offrire orari di lavoro flessibili, investire in strumentazione professionale per facilitare il lavoro, organizzare momenti conviviali e di festa, preparare e comunicare percorsi di carriera, facilitare la vita del collaboratore al di fuori dell'azienda.
Fatta questa piccola premessa, costruire un Piano ad hoc è il passo successivo poiché porta al compimento di tutte le iniziative già svolte.
Introdurre un Piano di Welfare può richiedere diversi step da parte dell'Azienda:

  1. Ricerca di informazioni sul Welfare e contatto con i provider o specialisti del mestiere in grado di offrire una prima consulenza e/o una presentazione della loro piattaforma;
  2. Analisi delle diverse piattaforme e offerte;
  3. Comprensione delle esigenze dei propri collaboratori e dei servizi che gli potrebbero interessare, attraverso colloqui individuali o somministrazione di questionari interni (analisi che potrebbe essere offerta e svolta dal provider, se già scelto);
  4. Condivisione con i propri collaboratori del progetto, ascolto attivo dei dubbi o delle perplessità con lo scopo di accompagnarli verso il cambiamento;
  5. Formazione sulla piattaforma e sul suo utilizzo da seguire insieme ai collaboratori affinché possano imparare ad utilizzarla e ne possano beneficiare
  6. Controllo e aggiornamento dell'andamento del progetto, sia della fruizione dei servizi, sia sull'umore dei collaboratori.

Sara Emma Bassolamento - Happily, Direttore Strategia e sviluppo aziendale 

 

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