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     n. 3 anno 2016

Lean Production: uno strumento di leadership etica

di Sergio Casella

L'etica è una componente essenziale per un temporary manager, e non solo. Un'originale lettura dei principi etici in azienda viene fatta nel libro "La morale aziendale" di Sergio Casella (ed. Tecniche Nuove), top manager in un gruppo multinazionale. Non si tratta di mere disquisizioni filosofiche, ma del risultato della spermentazione diretta di un modello di leadership che mette al centro la realizzazione della persona sul posto di lavoro, attraverso l'applicazione dei principi di morale all'organizzazione aziendale.

Gli ultimi dieci anni del secolo scorso sono stati gli anni della certificazione di qualità del sistema aziendale, requisito strategico per continuare ad avere successo sui mercati. In quest'ultimo decennio, invece, le aziende si sono trovate a dover fronteggiare un'emergenza ben più grave della qualità: la competizione globale. 

Lo strumento che si sta affermando come il più idoneo a rimodellare l'azienda è il "Lean manufacturing", reso in italiano con "La produzione snella". ll termine "Lean" descrive una filosofia produttiva che incorpora un sistema operativo ed una serie di strumenti o tecniche finalizzate. Un'azienda che produca con i criteri della "Produzione snella", produce di più, con le risorse che ha a disposizione, riesce ad acquisire nuove quote di mercato,ed elimina sistematicamente tutte le attività che non creano valore aggiunto. Produce beni e servizi velocemente, anche in lotti di pochi esemplari, usando il minimo quantitativo di tutto: costi, tempo, spazio, risorse umane e finanziarie. Questo approccio conduce l'azienda a prosperare anche in tempi recessivi, ad avere costi contenuti e tempi di reazione rapidi, avvicinandola alla condizione considerata oggi ottimale, quella di essere agile and di avere risposte rapide. Per definire l'obiettivo dellaLean, in modo conciso, si potrebbe dire: "Costruire un successo sostenibile e duraturo, sia per l'azienda, sia per le persone che vi lavorano, con un nuovo modo di ragionare ed operare".

Purtroppo, questo sistema viene spesso presentato riduttivamente da coloro che lo divulgano, come una raccolta di strumenti da implementare. In realtà si tratta di una modalità di pensiero, ovvero di un sistema operativo, che avrà successo se riuscirà a cambiare l'approccio di tutte le persone coinvolte. La Lean parte dalle persone, non dai processi.

Per comprendere meglio questa affermazione e come la produzione snella può diventare uno strumento di leadership etica dobbiamo fare un salto indietro nella storia e riprendere il pensiero di un sociologo sicuramente da tutti più o meno conosciuto, Carl Marx.

Marx, una fra le diverse teorie,sosteneva che il modo con cui i lavoratori venivano trattati durante la rivoluzione industriale portava a togliere la dignità al lavoratore, non dando alcun senso e significato al lavoro che era chiamato a fare. Il lavoratore era parte di un processo complesso: egli era chiamato a fare solo una parte del lavoro che altri avevano iniziato e altri dovevano continuare e terminare, non conosceva niente di quello che avveniva prima di lui e niente di quello che avveniva dopo. Non aveva idea della ragione per cui costruiva un oggetto, una parte di qualche cosad'altro, che forse non avrebbe mai visto finito e completato, non aveva alcun ritorno sul risultato del suo lavoro, di cui altri avrebbero avuto un vantaggio.

La distanza, che questo lavoratore aveva dall'essere appagato dal proprio lavoro, Marx ce la sottolinea con un esempio brillante: quello di un artigiano che produce sedie con le proprie mani. Qual'è la differenza ? L'artigiano va nel bosco, si procura il legno, è proprietario della materia prima, lavora con i propri utensili nella sua bottega, costruisce sedie, belle sedie in cui mette tutto se stesso. Una sedia fatta bene significa un cliente soddisfatto e altro lavoro e quindi sicurezza per il futuro. Egli è parte di tutto il processo e qualsiasi cosa fa ha significato per lui. Per l'artigiano che produce sedie il lavoro è dignità, qualche cosa che è parte di se stesso ed egli è felice ed appagato di fare qualche cosa che ha un senso per lui, per la sua famiglia e per la comunità in cui vive. Può tornare a casa, dopo aver consegnato le sedie al suo cliente e aver ricevuto il denaro per il lavoro ed anche una stretta di mano per la qualità di ciò che ha fatto, appagato e felice.

Il modo in cui i lavoratori venivano trattati durante la rivoluzione industriale faceva sì di rimuovere tutto il significato ed il senso del loro lavoro. La materia prima non è loro, lavorano con attrezzi, macchine che non appartengono loro, in un posto che non è il loro, non sono partecipi di ciò che producono ed il loro lavoro non dà dignità, ma fornisce solo il necessario per vivere. Non hanno riconoscimenti per quello che fanno, non sono coinvolti e, dopo molte ore di duro lavoro, tornano a casa la sera con un infinito senso di vuoto.

Oggi le cose sono, senza dubbio, migliorate in un secolo e mezzo, ma, se ci fermiamo a riflettere, qualcosa,se non molto, di quanto descritto resta nei nostri processi industriali. Quanti dei nostri lavoratori sono veramente coinvolti nel processo, sono a conoscenza del perché si fanno alcune scelte, vengono interpellati o ascoltati e vengono fatti partecipi di piani (e questo a tutti i livelli)? Per quanti di quelli che lavorano nelle aziende oggi ha senso quello che fanno, e il loro lavoro dà dignità e possono dire di essere appagati e soddisfatti di quello che fanno giornalmente ?

Credo che nessuno dubiti, a questo punto, che una persona che fa un lavoro che ha un significato per lei, ne è coinvolta e partecipe possa dare un contributo maggiore che non qualcuno per cui ciò che fa non ha senso. E questo è valido a tutti i livelli.

Parafrasando,il nostro obiettivo, da leader, dovrebbe essere quello di realizzare tutta una serie di "botteghe di artigiano" come quella descritta nei nostri processi produttivi complessi.

Lean è principalmente il miglior strumento a disposizione per riuscire a mettere in pratica i principi di una leadership etica, a renderli vivi e farli toccare alle persone facendo ritrovare a queste il senso di ciò che fanno.

Perché la Lean è un così valido strumento ? Perché ci porta ad ascoltare, dopo aver chiesto alle persone "dimmi come posso rendere il tuo lavoro meno frustrante".

A seguito di questa domanda arriveranno risposte, soluzioni, alcune di queste valide, che potranno essere messe in pratica.

Immaginiamo la creazione di team dove, per la prima volta si mettono gomito a gomito direttori, manager, coordinatori e tecnici di reparto, ingegneri, operatori delle macchine utensili che discutono liberamente e senza timore su come migliorare la cultura aziendale ed i processi produttivi.

Se la persona o le persone che hanno fornito una soluzione la vedranno poi applicata sul proprio posto di lavoro, ma quel lavoro non sarà diventato LORO, e in quanto proprio, faranno ogni sforzo affinché tutto funzioni al meglio cercando di migliorare sempre. Da qui possiamo anche più facilmente comprendere la definizione di Lean Production fornita daTaichiOhno, il direttore della Toyota, che ha creato il sistema di produzione snella;"Lean è rispetto per le persone e miglioramento continuo".

Ecco il vero volto della Lean: coinvolgere non solo le mani delle persone, ma la loro testa e soprattutto il loro cuore. Per questo la Lean, se introdotta in un contesto di leadership etica, ne diventa il suo strumento principale perché non si lavora sui processi, ma col cuore delle persone.

Ricordate l'esempio dell'artigiano, che abbiamo fatto in precedenza, mentre parlavamo di dignità e senso, significato del lavoro ? Non abbiamo forse qui un esempio di quella bottega di artigiano che dovevamo cercare di ricreare, pur in un processo complesso come quello industriale ?

I risultati non si faranno attendere.

Sergio Casella - President, PaperConverting Machine Company Italia SpA 

 

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