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     n. 5 anno 2015

Etica e responsabilità: le chiavi del successo dell'impresa

di Maria Grazia De Angelis

Molti temporary manager, nell'ambito dei loro interventi, si devono confrontare con tematiche legate al'etica e alla responsabilità sociale d'impresa. Dall'ultimo Forum CRS di ABI, emergono interessanti spunti e riflessioni, specie alla luce degli indirizzi strategici della Commissione Europea.


ll Forum CSR è l'appuntamento annuale che ABIEventi dedica da otto anni alla responsabilità sociale d'impresa, tema di sempre maggior attualità divenuto ormai oggetto di un intenso dibattito, tanto nel mondo bancario e finanziario quanto nel sistema politico, economico e sociale in generale. Obbiettivo del Forum è quello di fotografare lo stato dell'arte della CSR in ambito nazionale e internazionale, di esplorarne le possibili evoluzioni future, ma soprattutto quello di mantenere vivo il confronto, già iniziato da tempo, tra i vari attori coinvolti e approfondire il ruolo che ciascuno di loro può avere nel far nascere idee e sviluppare metodi e strumenti volti a rafforzare la presenza della sostenibilità economica, ambientale e sociale nelle politiche pubbliche, nelle strategie e attività aziendali, nello stile di vita dei cittadini.

Tema chiave dell'ultimo Forum è stato il "valore condiviso", concetto che parte dall'acquisita consapevolezza che nessuna azienda è un'entità a se stante e che il successo di tutte le imprese è influenzato dai servizi di supporto e dalle infrastrutture che le circondano.

Come è stato messo autorevolmente nei vari interventi, si tratta di ricomporre la scissione tra valore di scambio e valore d'uso delle merci e dei servizi, recuperando una più stretta relazione, nell'ambito del mercato, tra le esigenze e i bisogni delle persone, sia come individui che come collettività, e l'attività economica e finanziaria, ridefinendo, cioè, il rapporto tra mezzi e fini ed affermando in modo più chiaro e netto che l'economia, il mercato, la produzione e la finanza costituiscono gli strumenti attraverso i quali si possono combinare i diversi fattori per ottenere maggior valore sociale, in termini di più elevato benessere materiale, ma anche umano, culturale, civile; sia per gli individui che per il territorio. Si può pertanto affermare che la crisi evidenzia la necessità di procedere ad una sostanziale revisione del concetto di valore economico: se la creazione di valore per gli azionisti nel breve periodo - la cosiddetta shareholder economy - è stata il paradigma dominante dell'economia nella fase dell'affermazione della finanza senza regole, è ormai tempo di considerare la "sostenibilità" come vantaggio competitivo per Banche ed imprese.

Il Forum ABI è stato l'occasione per presentare durante la prima giornata dei lavori i risultati della ricerca "Creazione del valore condiviso - Quantificazione dell'impatto sociale e ambientale dell'attività bancaria" realizzata con 11 banche, in collaborazione con SCS Consulting. "Abbiamo voluto promuovere un approccio di ascolto e confermare il ruolo centrale delle Banche" ha dichiarato Giancarlo Durante, Direttore Centrale e Responsabile Direzione Sindacale e del Lavoro ABI "è necessario rafforzare i temi della RSI verso le attività di business, ben vengano le iniziative a livello di settore per mettere a fattor comune le esperienze e condividere l'obiettivo di una crescita di lungo termine che sia sostenibile" C'è da chiedersi quanto le Banche siano disposte a supportare questa crescita. La ricerca effettuata da ABI di concerto con SCS Counsulting sembra rappresentare un primo segnale positivo del settore bancario per migliorare il governo proattivo dei rischi, integrando nel business variabili sociali, ambientali e di governance.

Accordo unanime dei vari relatori sulla necessità di una diversa determinazione delle priorità sulle quali orientare lo sviluppo e i conseguenti investimenti: dalla ricerca alla formazione del capitale umano dalla cultura ai servizi sociali e sanitari. Scelte che possono essere effettuate solo se supportate da una visione politica che assume quale obiettivo fondamentale dello sviluppo economico globale il perseguimento di una riduzione delle diseguaglianze sociali e della salvaguardia dell'ambiente in un'ottica di sostenibilità.

Secondo Chiara Mio, Presidente Banca Popolare FriulAdria, "devono essere premiati i comportamenti virtuosi". Lo sviluppo della RSI dovrebbe essere guidato dalle imprese stesse. Le autorita? pubbliche dovrebbero svolgere un ruolo di sostegno attraverso una combinazione intelligente di misure politiche volontarie e, ove necessario, di regolamentazione complementare, per esempio per promuovere la trasparenza, creare incentivi di mercato per il comportamento responsabile delle imprese e garantire la rendicontabilita? aziendale. Chiara Mio sostiene che"Fare sostenibilità significa minimizzare il rischio" e che "la RSI può rafforzare la Finanza". Ha citato come negli Stati Uniti si stia affermando la tendenza a mettere un tetto ai profitti e a non investire nelle aziende che hanno profitti troppo elevati.

La responsabilità sociale rappresenta infatti una leva importante per la finanza, perché permette, tra l'altro, di creare valore nel medio e lungo termine e ridurre il rischio. Proprio in questa direzione stanno spingendo le varie Comunicazioni Europee in materia di Corporate Social Responsability. La Commissione europea pone infatti un forte accento sulla necessità per le imprese di integrare la RSI nella loro strategia, in particolare come motore della loro competitività. La Comunicazione specifica che "un approccio strategico nei confronti del tema della responsabilità sociale delle imprese può portare benefici in termini di gestione del rischio, riduzione dei costi, accesso al capitale, relazioni con i clienti, gestione delle risorse umane e capacità di innovazione". Facendo fronte alle proprie responsabilità sociali "le imprese creano nel lungo termine fiducia tra i lavoratori, i consumatori e i cittadini quale base per modelli di imprenditoria sostenibile. Elevati livelli di fiducia contribuiscono a loro volta a determinare un contesto in cui le imprese possono innovare e crescere".

"Migliorare la trasparenza per competere meglio sui mercati" è il messaggio lanciato da Angela Tanno, Ufficio Responsabilità Sociale d'Impresa ABI. Al centro del dibattito non è infatti mancata La Direttiva 51/2003/CE, più nota come "Direttiva di Modernizzazione", che introduce rilevanti novità nella forma e nel contenuto del Bilancio.Il tema delle metriche e della misurazione per la responsabilizzazione si è infatti inserito nella piu? ampia riflessione che sta avvenendo a livello europeo ed internazionale sulla rendicontazione di sostenibilita?. La misurazione delle performance non finanziarie rappresenta sia uno strumento di gestione interna, sia uno strumento di accountability esterna e deve, percio?, basarsi su informazioni misurabili e comparabili, per cui e? necessario dotarsi di strumenti e processi adeguati interni all'azienda. Gli obiettivi della Direttiva 51/2003/CE che consistono nell'eliminazione dei conflitti esistenti tra Direttive e principi IAS/IFRS,vanno proprio in questa direzione. In particolare, e? in discussione a livello europeo la proposta di direttiva per la rendicontazione di informazioni non-finanziarie, con la quale si propone di modificare la normativa vigente in materia di rendicontazione al fine di migliorare la trasparenza e accrescere la coerenza e la comparabilita? delle informazioni non-finanziarie.

Da parte dei relatori si è auspicato un pronto ed efficace recepimento da parte dell'Italia di tutte le Direttive che portano alla diffusione interna di una cultura sulla CSR, considerata ormai il terzo pilastro fondamentale per integrare pienamente la "governance" e la"sostenibilita?" all'interno del business.

Maria Grazia De Angelis
Presidente Aisl_o - Associazione Italiana di Studio del Lavoro per lo Sviluppo Organizzativo

 

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