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     n. 20 anno 2012

+ TM x i BRIC?

di Maurizio Quarta

di Maurizio Quarta

Un primo utilizzo del TM, e di TMan occidentali in particolare, da parte di investitori BRIC avviene nell'ambito dei processi di allocazione di investimenti diretti esteri, fenomeno in forte crescita, stante la volontà dei paesi europei nel mettere in atto politiche volte ad attrarre i flussi di investimenti in entrata, specie da parte di quei paesi oggi caratterizzati da forte disponibilità finanziaria e da altrettanto forte volontà/necessità di fare operazioni in paesi industrialmente avanzati. Basti pensare ai negoziati in corso con la China Investment Corporation da parte del governo Monti o, al di fuori dei BRIC, all'accordo da poco siglato tra la Cassa Depositi e Prestiti e il primo fondo del Qatar.

La Cina vede dal 2008 un fortissimo incremento degli IDE (300 miliardi di stock) con un numero significativo di aziende cinesi (secondo alcuni addirittura tre su cinque) che pongono l'espansione all'estero tra gli obiettivi di lungo termine, con un ventaglio composito di obiettivi oltre alle "tradizionali" fonti di materie prime: accesso a nuove tecnologie e nuove competenze, accessi a nuovi mercati e a nuove fasce di clientela, marchi. L'Italia è però oggi solo al 44simo posto nella classifica degli IDE cinesi, con investimenti concentrati in poche regioni per lo più nel Nord Italia.

La Russia è anch'essa un paese esportatore netto di capitali, i cui flussi si orientano oggi per oltre tre quarti in Europa, con la Germania primo paese di destinazione con una focalizzazione, dal 2005, su acquisizione di know how e competenze strategiche anche da parte di aziende "emergenti".
Il ruolo italiano è nel complesso marginale: gli investimenti russi sono stati, nel 2010, di 112 milioni di euro contro i 343 dell'anno precedente. Va ricordato infine che la Federazione Russa è uno dei maggiori percettori di finanziamenti della BERS (oltre 600 progetti di cui 82% nel settore privato), con investimenti destinati a un ampia categoria di aree economiche e progetti, dall'industria, all'agricoltura, ai trasporti.

Anche gli IDE indiani denotano una forte crescita (+144% nel biennio 2010-11 rispetto al precedente). Mercati di sbocco principali sono USA, UK, Singapore e Olanda, con un ruolo ancora marginale per l'Italia. L'identikit del tipico IDE indiano lascia però ben sperare: target PMI, fatturato superiore a 50 milioni, Made in Italy elemento di particolare interesse, in settori dove l'Italia è ben rappresentata (tessile, chimico, automotive, design, energia).

La rapidità dei processi di espansione internazionale induce all'utilizzo del TM per pianificare e implementare programmi di acquisizione, specie se indirizzati a PMI.
In particolare in Italia, il comparto delle PMI offre numerose possibilità di acquisizione (totale o parziale), ma l'intero processo di gestione può essere troppo complesso per un'azienda straniera. In queste situazioni, un TMan può supportare un investitore straniero già nella fase di scouting, per identificare le aziende obiettivo, per avviare i primi contatti e valutazioni e quindi come interfaccia tra le parti fino alla chiusura del deal.
Il TM apporta all'investitore straniero:

  • know how ed esperienza molto senior a costi variabili e accessibili in tempi brevissimi (giorni, non settimane)
  • accelerazione dei tempi di integrazione
  • creazione di un'interfaccia positiva tra i dipendenti dell'azienda acquisita e la nuova proprietà
  • velocità e semplificazione di adattamento a leggi e metodi di business locali
  • preparazione dell'eventuale passaggio ad un manager straniero

Anche nel caso di una start up, operare con risorse flessibili può garantire il tempo necessario a valutare la sostenibilità di lungo periodo dell'operazione, attraverso, ad esempio, un team di TMan con l'incarico di creare la nuova struttura e l'impiego di risorse variabili e temporanee anche a livelli non manageriali.
Non solo: molto utile è anche la capacità di "mediare" culturalmente tra visioni e valori spesso contrapposti.

I paesi BRIC sono attratti dal TM anche nell'ambito di un progressivo processo di managerializzazione della loro classe dirigente "a casa loro"..

Per fare affari in Occidente/Europa, è necessario sviluppare una comprensione sempre crescente della realtà e della cultura occidentale e un progressivo avvicinamento ai relativi metodi di gestione, specie da parte delle imprese locali di media taglia. Non a caso è in crescita l'utilizzo di esperti occidentali (avvocati, consulenti, studi di PR) con l'obiettivo di far crescere risorse interne capaci di "capire" la controparte occidentale, attraverso specifici programmi di formazione che coinvolgono anche figure di livello medio-alto.

Le aziende cinesi, tra i più forti ostacoli alla loro espansione, indicano la carenza di talenti manageriali e una insufficiente comprensione di meccanismi legali e operativi decisamente più articolati e complessi. Meglio non sta la Russia, che ha bisogno di competenze di alto profilo per rimuovere alcuni grossi ostacoli (processi inefficienti,metodi di produzione obsoleti, mancanza di concorrenza in molti settori, processi regolatori ipercomplicati e lunghi, carenze di Project Management, leadership e skill specialistiche) e recuperare il gap di produttività (ad esempio, verso gli USA siamo ancora a 26 contro 100, anche se in ascesa dal 18 del 1999).

Sul fronte domestico, il TMan verrà impegnato in progetti mirati a far crescere il livello di competenze manageriali esistenti in modo che l'azienda sia in grado o di gestire la stessa attività in maniera più efficace ed efficiente, o di gestire attività del tutto nuove. Il manager assumerà tendenzialmente una specifica responsabilità di natura funzionale con l'obiettivo di razionalizzare gli strumenti di gestione esistenti, introdurne di nuovi e trasferirli progressivamente al management locale e gestire infine il passaggio del testimone ad un manager locale per la gestione della quotidianità nel lungo termine.

 

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