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     n. 18 anno 2012

Coaching & TM insieme per le PMI

di Adriano Pettenon

Le PMI possono trovare nella collaborazione di un TMan un utile contributo alla loro crescita grazie alle competenze, all'esperienza pluri-aziendale e al network di relazioni che può subito mettere in opera in una posizione vacante, nel lancio di un nuovo business, nell'apertura di un nuovo mercato, in un progetto di innovazione strategica, organizzativa, tecnica.

Soprattutto nell'attuale situazione di crisi economica e finanziaria, l'inserimento di un TMan può costituire una scelta indispensabile per una PMI che ha potenziale di crescita, ma soffre di una modalità di governo debole, troppo condizionato dalle tradizioni interne, e vuole avviare processi innovativi che richiedono un contributo più consono alla sfida da intraprendere.

Mentre però le grandi Imprese hanno consuetudine con l'inserimento di Manager temporanei o permanenti, nelle PMI il TMan costituisce un cambiamento di rilevante impatto sull'organizzazione e sull'assetto dei ruoli e delle responsabilità, soprattutto in relazione alla loro natura di imprese prevalentemente familiari, nelle quali si gioca il primato delle relazioni e delle componenti umane sui tecnicismi e sulle procedure formali.

Nelle PMI il TMan è chiamato a muoversi ed applicare le sue competenze in un ambiente sociale costituito da legami forti tra le persone, da una stretta rete di relazioni interne ed esterne e da un'organizzazione cresciuta insieme ai collaboratori e adattata alle loro caratteristiche. Ogni individuo è consapevole del suo ruolo e del suo contributo al risultato del processo di lavoro in cui è inserito. Tutti hanno dell'Azienda una visione d'insieme e conoscono le competenze, le capacità e le modalità di lavoro di ogni collega rispetto alle esigenze dell'attività da svolgere. Questa consapevolezza guida e motiva la partecipazione al lavoro e genera l'organizzazione effettiva, l'immagine aziendale, la qualità e lo stile delle relazioni.

Frequente è la commistione tra i sistemi della leadership, dell'organizzazione, della proprietà e della famiglia, che tendono a confondersi, sono spesso causa di tensioni interne e generano una organizzazione che trova la sua forza nella composizione dell'equilibrio tra spinte contrapposte, spesso estranee alle logiche manageriali.

Cosa succede in una PMI che si avvale della professionalità di un TMan?

L'imprenditore ha maturato la sua scelta dopo lunghe riflessioni, spesso discussa con i più stretti collaboratori, suoi familiari e non. Ha definito l'obiettivo e la durata e dell'intervento, il piano d'azione, le risorse da impiegare, gli impegni di ciascuno, ha firmato il contratto e assegnate le deleghe che conferisono al TMan l'autorità di agire in ragione del suo incarico.

Il TMan prende posizione in Azienda, avvia relazioni con interlocutori interni ed esterni, incomincia a prendere decisioni, assegna o modifica incarichi, riconfigura l'organizzazione, rivede processi di lavoro, aggiorna modelli di rilevazione ed analisi di dati informativi, pianifica attività, richiede nuovi risultati.

L'arrivo del TMan ha generato aspettative e instaurato un clima di attesa e di curiosità verso il nuovo che avanza. Egli è osservato in ogni sua mossa, viene stimata l'efficacia delle sue iniziative e dei suoi metodi, verificata la rispondenza con l'obiettivo da raggiungere. I primi risultati vengono valutati in base all'impegno che hanno richiesto, all'impatto sulle persone e sugli equilibri interni, a ciò che avrebbero potuto fare altre persone già presenti in Azienda. Sono poste in evidenza le perdite di potere, di autorità, di prestigio.

Questo esame continuo diventa più severo man mano che si sommano inevitabili divergenze di opinione e incomprensioni, che il disturbo del cambiamento di fa sentire rompendo gli schemi di riferimento e riassegnando impegni e responsabilità in funzione degli obiettivi anziché di diritti acquisiti nel passato.

L'Azienda esce dalla sua zona di comfort, è stato rotto lo staus quo, le persone devono rinunciare ai soliti comportamenti, uscire dal territorio noto, sicuro e comodo nel quale avevano posto i confini della propria partecipazione e dell'impegno alla vita aziendale.

Il TMan conosce le dinamiche di questo processo. Ha competenze, esperienza ed è mentalmente attrezzato per prendere possesso della sua posizione in un sistema aziendale stabilizzato su abitudini decennali e creare le condizioni per un contesto favorevole.

Eppure sul suo percorso incombe il rischio di insidie nascoste, ostacoli inattesi, resistenze ed azioni di disturbo. Può succedere di incontrare barriere capaci di minare seriamente il successo del suo intervento quando:

  • a soffrire maggiormente per la nuova situazione è proprio l'Imprenditore, che può arrivare a considerare il Manager come un fattore destabilizzante della sua posizione di leadership in famiglia e nell'Azienda,
  • provano disagio i membri della sua famiglia impegnati in ruoli gestionali e di responsabilità,
  • si sentono mortificati gli stretti collaboratori dell'Imprenditore che da molti anni condividono con lui le sorti dell'Azienda ed ora, per sostenere il processo di crescita, devono forzatamente assecondare le direttive di un estraneo che non ha combattuto le loro battaglie.

In questi casi ci vuol poco ad innescare crisi di rigetto, colpi di coda distruttivi da parte di chi si sente perso, non riesce a ritrovare se stesso ed il senso di ciò che fa. Ma se vi sono buoni motivi per dare una svolta all'Azienda, rilanciarla con un passo diverso, farla uscire dal guado in cui si è impantanata, e l'inserimento del TMan è parte della soluzione, allora bisogna lasciarlo lavorare. E'necessario cambiare davvero, Lui per primo, l'Imprenditore, che deve accettare, ad esempio, di non essere più il solo punto di riferimento per i suoi collaboratori e l'unico depositario del know-how utile allo sviluppo dell'Azienda.

Nel dilemma fra imprenditorialità e management, tra logiche di creatività e sentimento e di razionalità e processualità, deve emergere un modello di gestione, che, cercando di valorizzare i punti di forza di ciascuna prospettiva, si muova in un'azione di aggiustamento continuo tra le diverse istanze, capace di alimentare un meccanismo generativo di idee e soluzioni.

Scetticismo e resistenze sono spesso dovute alla difficoltà di rimettersi in gioco, a convinzioni o aspettative fuorvianti, scarso dialogo e mancanza di chiarezza sulle reciproche intenzioni, concentrazione più sui problemi e su ciò che divide anziché sulle soluzioni.

Affinchè ciascuno, Imprenditore e Manager, possa fare la sua parte e vi sia il sostegno e la piena partecipazione di tutti, è necessario:

  • ricreare e mantenere il giusto ordine e l'equilibrio tra i sistemi della leadership, dell'organizzazione, della proprietà e della famiglia rispetto alle diverse dimensioni presenti, ognuna delle quali ha sue specificità, valori, obiettivi e bisogni,
  • generare la consapevolezza e far percepire a tutti le interferenze e le contaminazioni che ognuno dei sistemi provoca sugli altri,
  • aprire un dialogo costante tra le varie istanze in gioco, tra i punti di vista, le motivazioni, le aspettative, gli obiettivi personali, le prerogative di chi rappresenta i diversi sistemi,
  • coniugare aspetti positivi della proprietà familiare (valori, cultura, orientamento al lungo periodo) con la necessaria armonizzazione tra la struttura di governo e la strategia dell'Azienda imparando a rendere la prima sempre funzionale ad una valida strategia aziendale.

Per facilitare il raggiungimento di obiettivi così complessi, almeno per una PMI, può rivelarsi utile ricorrere ad un professionista specialista nel supportare persone e gruppi in un percorso di sviluppo delle potenzialità individuali, al fine di ottimizzare i risultati, raggiungere gli obiettivi prefissati e affrontare efficacemente il cambiamento all'interno del contesto aziendale di riferimento.
Questa figura, genericamente conosciuta con il nome di Coach, può accompagnare l'Imprenditore ed i suoi più stretti collaboratori, familiari e non, ed il TMan, verso una proficua collaborazione con il riconoscimento, la valorizzazione e l'equilibrio delle diverse competenze e forme di leadership.

Il Coach è un professionista qualificato capace di stimolare nelle persone l'osservazione oggettiva della realtà, di far emergere potenzialità e competenze inespresse, far prendere coscienza delle loro possibilità nell'ambito dell'innovazione in corso, ponendo al centro dell'attenzione la consapevolezza di sé e del contesto aziendale, la propria responsabilità e l'attivazione personale.

Il cambiamento è percepito in modo diverso dai vari attori coinvolti. Ciascuno segue un proprio percorso di riflessioni, confronti, verifiche, valutazioni su se stesso, sugli altri, sui diritti e le aspettative, sui valori etici e la coerenza delle scelte, su ciò che sarebbe utile all'Azienda, alla famiglia, a se stessi. Passioni, interessi, problemi, obiettivi personali generano diversi stili di relazione, di ricerca e costruzione del proprio ruolo, di assunzione o cessione di responsabilità, di valutazione di soluzioni ed opportunità.

In questa situazione il Coach facilita il processo di sviluppo aziendale aiutando ognuno a superare difficoltà operative e incomprensioni tramite la riflessione profonda, oggettiva e senza pregiudizi, l'esplorazione di nuove possibilità (motivazioni, ruolo, mansioni, opportunità, iniziative, ecc.), l'atteggiamento sempre costruttivo (libero da credenze limitanti e da false aspettative), la qualità delle relazioni (accettazione, fiducia e ascolto reciproco), la comunicazione efficace ed un dialogo aperto tra tutti, ottenendo i seguenti risultati:

  • maggiore consapevolezza di sé e della situazione in termini oggettivi;
  • migliori relazioni interpersonali, che diventano chiare, equilibrate ed efficaci;
  • maggiore fiducia reciproca e capacità di prendere le decisioni in armonia con gli altri;
  • capacità di riconoscere ed accettare le nuove competenze ed il formarsi di nuovi punti di riferimento tecnico, organizzativo ed amministrativo;
  • disponibilità ad affidarsi alle altrui competenze e a delegare potere e responsabilità;
  • migliore comprensione della situazione e capacità di riposizionarsi nei nuovi ruoli ed equilibri aziendali;
  • consapevolezza dei propri mezzi, motivazione e tensione all'azione per esprimere le proprie potenzialità;
  • facilitazione dei rapporti con il TMan, rapidità di realizzazione dei cambiamenti e maggiore efficacia delle innovazioni.

Con il supporto del Coach che agisce da catalizzatore del processo di sviluppo, qualsiasi PMI può "mettersi in casa un Manager" temporaneo o a tempo indeterminato, con la tranquillità di riuscire ad appianare contrasti, favorire la collaborazione e usare al meglio ogni potenzialità del suo personale.

Adriano Pettenon, Coach certificato ACC da ICF (International Coach Federation)

 

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