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     n. 1 anno 2010

Strumenti legislativi per il temporary management nelle PMI

di Maurizio Quarta, Temporary Management & Capital Advisors

di Maurizio Quarta, Temporary Management & Capital Advisors

In un recente convegno organizzato da Confindustria Palermo e IIM - Institute of Interim Management, molta attenzione è stata dedicata a due grandi aree critiche:

  • il crescente interesse delle PMI verso strumenti flessibili per aumentare la competitività nel medio periodo
  • l'aumento della mobilità manageriale, specie over 50, e le necessità di una sua riduzione e di recupero dell'ingente quantità di risorse che rischia di essere dispersa.

E' stato posto l'accento sulla possibilità di risolvere entrambi i problemi in maniera sinergica, attraverso lo strumento del temporary management (di seguito TM) per progetti nelle PMI: per queste ultime il TM rappresenta un mezzo efficace per "portare in casa" competenze di alto livello, per il tempo necessario e a costi variabili, in modo che alla fine di un progetto l'azienda sia in grado di fare le stesse cose meglio di prima o di farne di nuove. Da qui, il crescente interesse anche da parte del legislatore, che già ha dato alcuni buoni esempi in passato.
Il primo esempio di legge italiana che riconosce il TM e le società che lo forniscono è la legge 7193 (1997) della Regione Umbria, cui va riconosciuto il merito di interpretarne nel giusto modo i principi (elevata seniority; interventi per innovazione e diversificazione, a livello di top management e funzionale; necessità di un progetto con obiettivi ben definiti; intervento anche attraverso società specializzate).
Nel 2003 la Camera di Commercio di Potenza vara un progetto di finanziamento di interventi di TM, pur con una definizione di TM che tende a confondersi con discorsi di consulenza.
Nel 2004 la Commissione Lavoro della Camera ha elaborato un disegno di legge (il 5421) che prevedeva agevolazioni fiscali per interventi nelle PMI, mentre una nuova proposta è stata presentata ad ottobre 2009. Sempre nel 2009, una serie di interessanti misure di sostegno è stata messa a punto dalla Regione Emilia Romagna.
Ad oggi, la migliore articolazione viene dalla Regione Friuli Venezia Giulia (legge nr.4, 3/2005), che prevede incentivi per l'utilizzo di manager a tempo che, a fronte di un business plan definito, aiutino le PMI a gestire progetti di

  • crescita dimensionale (aggregazioni, fusioni e accordi interorganizzativi)
  • processi di internazionalizzazione (creazione di reti commerciali all'estero, sviluppo strutturato di relazioni internazionali)
  • razionalizzazione degli assetti gestionali e organizzativi
  • situazioni di successione generazionale
  • processi di ricapitalizzazione o di riordino degli assetti di governo societario anche attraverso l'apertura a terzi.

Molta attenzione si presta al profilo del manager, alla valutazione della sua coerenza con il business plan, e alla sua capacità di trasferire competenze: la Regione, infatti, incentiva anche iniziative di tirocinio formativo collegate alla permanenza del TM in azienda.

Il quadro normativo, elemento facilitante dell'incontro tra domanda e offerta, è importante, ma privo di significato se le PMI non assorbono la cultura di gestione che consenta loro di comprendere i nuovi strumenti, apprezzarne i vantaggi e utilizzarli correttamente e non superano le barriere, soprattutto psicologiche, del medio imprenditore italiano.
Bisogna poi evitare la tentazione demagogica di rendere semplice, e apparentemente poco costoso, uno strumento in realtà molto complesso e che, mal usato, può creare più di un problema.

Perchè una legge sull'argomento sia buona, ovvero capace di portare reale valore alle imprese, è necessario tenere in adeguata considerazione alcuni principi minimi di base:

  • definire con chiarezza le aziende che possono accedere ai benefici (esistono limiti dimensionali al di sotto dei quali un intervento avrebbe poco senso)
  • definire con chiarezza i progetti ammissibili e il loro contenuto
  • definire con chiarezza le forme contrattuali coerenti con il ruolo di TM
  • sostenere le aziende nella preparazione dell'attività di TM (definizione ruoli e percorsi interni)

Il tutto senza dimenticare la qualità del management da utilizzare: l'imprenditore, che deve risolvere un problema, lo vuole ottimo, non semplicemente buono. Risparmiare pochi euro non è per lui fondamentale, così come è poco interessato ai problemi occupazionali del manager.
Bisogna quindi che le caratteristiche di seniority dei manager siano adeguatamente recepite: in genere, si opera con manager over 45 e che abbiano operato come dirigenti per almeno una decina di anni.

 

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