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     n. 8 anno 2007

Assenteismo: uno scandalo?

di Paolo Foschi - Consulente di Direzione

E’ convinzione diffusa che il fenomeno dell’eccesso di assenze dal lavoro, sbrigativamente definito “assenteismo”, colpisca solo il pubblico e il parapubblico. Non è certo un caso che “la Repubblica”, sabato 3 Novembre, abbia titolato in prima pagina “L’anagrafe chiusa per ponte”. Il venerdì precedente, successivo ad Ognissanti, l’anagrafe del II Municipio di Roma non ha aperto: era al lavoro solo l’usciere. Dei cinque impiegati uno era in ferie e quattro assenti per malattia, in attesa del meritato week-end. Il fatto è balzato all’onore delle cronache perché fra i dodici cittadini che si erano messi pazientemente in fila c’era un valente giornalista, altrimenti l’evento sarebbe passato sotto silenzio. Non avremmo neppure saputo che mentre il giornalista chiamava il centralino del Comune gli altri, più scafati, cercavano, col cellulare, di mettersi in contatto con “Report” della Gabanelli o suggerivano di contattare “Striscia la notizia”. A loro parere infatti per ottenere giustizia ci si doveva rivolgere alla televisione: “Sennò a chi importerebbe?” (sic !).
E’ convinzione ancor più diffusa che il fenomeno non si presenti nel settore privato; le Direzioni Aziendali sono accreditate di una professionalità e di una competenza tale da consentire loro di arginare il fenomeno... Invece... “HR On Line” di Settembre pubblica la richiesta di aiuto di un collega che lavora in una grande azienda privata, con oltre 1.300 dipendenti diretti e circa 1.500 dell’indotto. Il suo problema: “...un assenteismo molto elevato, sia rispetto alla media del settore e sia rispetto alla media dell’intero comparto industriale nazionale”.
Il fenomeno è purtroppo in continuo aumento nell’istituzione di qualsiasi dimensione e latitudine. “L’Espresso” del 1 Febbraio ha pubblicato la prefazione di Marco Travaglio a “Volevo solo vendere la pizza” del giornalista Luigi Furini. L’incauto aveva aperto, in Pavia, la “Tango”, una “micro pizzeria d’asporto”: non l’avesse mai fatto! Scrive Travaglio che la pizzaiola “resta in cinta e si mette in malattia per gravidanza a rischio. Poi però apre una pizzeria proprio davanti alla Tango e comincia a lavorarci dall’alba a notte fonda, col suo bel pancione in primo piano... l’INPS non fa una piega, l’Ispettorato del lavoro men che meno, il sindacato la protegge...”. Il successivo pizzaiolo “lavora un mese, per il resto è sempre in malattia; viene pagato per sette mesi, più tredicesima, quattordicesima, ferie non godute e liquidazione, ma non gli basta ancora: con l’ausilio dell’ennesimo patronato dei lavoratori, denuncia [il datore di lavoro] per inadempienze contrattuali”.
Peraltro il professor Ichino, che nell’articolo di fondo de “Il Corriere della Sera” del 19 Marzo ha commemorato Marco Biagi a cinque anni dalla morte, per un minuscolo passo del vigoroso testo ““...o di fronte allo scandalo dei milioni di giornate di “malattia” di nullafacenti sani come pesci, certificati da medici irresponsabili, forti dell’immancabile copertura del loro ordine professionale”” è stato rimbrottato; il 21 Marzo da un semplice medico e, il 23, dal Presidente della “Federazione Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO)”, cui sono seguiti per tutto il mese di Aprile numerosi interventi che il professor Ichino, da par suo, ha puntualmente riscontrato. Successivamente il “Corriere” ha ospitato numerosi articoli; singolare è la presa di posizione di Livia Turco che lamenta la mancanza, nel pubblico, di fondi per effettuare le “visite fiscali”! (quasi che i fondi per le visite fiscali avessero potuto stroncare il fenomeno...). Il tema è stato poi ripreso dalla TV: Domenica 20 Maggio, da Milena Gabanelli nel suo “Report” di RAI 3, mentre la settimana precedente Furini aveva reso una breve testimonianza a “Ballarò”, sempre di RAI 3.
Non è possibile non osservare come Ichino, in fondo in fondo, sia stato un ottimista: ha individuato solo nell’ordine professionale dei medici l’organo che offre copertura alla mala pianta dell’assenteismo! La copertura, come i colleghi di AIDP ben sanno vivendolo quotidianamente sulla loro pelle, è invece offerta anche dalla federazione sindacale dei medici (FIMMG), RSU e OO.SS., INPS e INAIL, ASL, DPL, Patronati e via andare, per i quali è comodo fingere di ignorare il fenomeno... Il 27 Novembre “Repubblica” pubblica una lettera “I costi delle supplenze e il mercato dei certificati” in cui Gianni Fornai scrive fra l’altro: “...e il medico di famiglia non nega a nessuno una settimana di riposo e cura, tenendo conto che non deve indicare più la diagnosi, ma solo la prognosi...”. Può anche accadere che il reduce da una importante operazione chirurgica presenti, di settimana in settimana, l’attestato di malattia che giustifica l’assenza dal lunedì al venerdì quasi che il sabato e la domenica fosse guarito e dal lunedì successivo nuovamente ammalato, sempre per cinque giorni, senza soluzione di continuità per alcuni mesi (si spera di allungare il “comporto”? Di lucrare sull’indennità INPS? Mah...). E il medico curante che attesta, informato per iscritto, continua imperterrito ad attestare.
Per contrastare la mala pianta? Ci ha provato un Preside che mal gliene incolse... Non essendo stata trovata a casa l’assente, cui erano stati prescritti 5 giorni di riposo e accertamenti diagnostici, e avendo saputo che era partita per le Bahamas, il capo dell’istituto “presentò una denuncia per truffa nei confronti dell’insegnante e del medico che aveva attestato la malattia”. L’esibizione di un certificato di analisi effettuate a Nassau ha fatto sì che insegnante e medico venissero assolti con formula piena dal Gip: il fatto [la truffa n.d.r.] “non sussiste”; non è azzardato ritenere che il coscienzioso Preside eviterà, in futuro, di avventurarsi in simili terreni...
Per tornare all’anagrafe del II Municipio di Roma, “Libero” del 4 Novembre informa che l’assessore competente sta valutando “l’interruzione di pubblico servizio”...auguri! (Quando si “spara alto”, truffa, interruzione di pubblico servizio, ecc. il rischio di un “buco nell’acqua” incombe...).
Non c’è proprio nulla da fare per contrastare l’andamento del fenomeno? Watzlavic ci ha insegnato che la “comunicazione modifica il comportamento”, mentre Luft e Ingham ci hanno spiegato, con la loro “Johary window”, come la “divulgazione” e il “feedback” facciano emergere e “rendere manifesto”, nelle organizzazioni, il “subconscio organizzativo” che, nei riguardi dell’assenteismo, può essere definito la “sacralità” dell’attestato di malattia a fronte del quale nessuna azione è possibile... Il manager delle risorse umane come può tradurre in pratica la lezione di Watzlavic e di Luft e di Ingham per risolvere il problema dell’eccesso eccesso di assenze dal lavoro? Può essere utile “comunicare”, “divulgare” e fornire il “feedback”, in forma asettica e nel rispetto della privacy, sulla portata e l’andamento del fenomeno? A chi comunicare divulgare e fornire il feedback? Ovvia risposta: agli organismi che sono in relazione con l’azienda!!!
A pensarci bene Stella e Rizzo in “La casta” altro non hanno fatto se non comunicare, divulgare e fornire il feedback, in modo asettico, sui “i costi della politica” ...Alcuni “comportamenti” sembra si stiano modificando: la “finanziaria 2008” disporrebbe, ripeto disporrebbe, la soppressione di non meno di 80 “comunità montane” con una notevole riduzione dei costi... Nel frattempo il dibattito sui costi della politica continua, come pure continua il successo delle vendite de “La casta”.
Cosa potrebbe fare l’assessore competente del Comune di Roma anziché denunciare l’ipotetica “interruzione di pubblico servizio”? Volando molto basso potrebbe inoltrare alla Procura della Repubblica un “asettico esposto” del tipo: “... io non so, e non me ne intendo... ma La informo che il 2 Novembre 2007 è successo... Grazie per l’attenzione...” (conviene allegare fotocopia dell’articolo di “Repubblica” e degli attestati di malattia? Mah... forse è troppo!). Dell’avvenuto inoltro è conveniente dare doverosa formale comunicazione a: Ordine dei Medici, FIMMG, RSU, OO.SS., INPS, INAIL, ASL, DPL, patronati e chi più ne ha più ne metta! (in effetti si tratta di una informazione quanto mai “pelosa” perché gli organismi informati si “diano una mossa”, sempre che lo vogliano, e domani non si trincerino, a fronte di eventuali azioni della Procura, dietro “non eravamo informati, avessimo saputo, allora...”).
Anche se il Sostituto Procuratore decidesse di non “sentire” le persone “informate dei fatti”: assessore competente, l’impiegato in ferie, i quattro assenti e i loro medici curanti, l’usciere presente al lavoro, il giornalista e il centralinista del Comune che ha ricevuto la sua chiamata... c’è da giurare che l’anagrafe del II Municipio di Roma funzionerebbe lunedì 24 Dicembre, lunedì 31 Dicembre, venerdì 2 Maggio 2008,... (sempre che non si ricorresse a “ferie collettive”!), dando ragione a Watzlavic, Luft e Ingham... perché “la comunicazione modifica il comportamento” mentre “divulgazione e feedback fanno emergere e rendono manifesto il subconscio organizzativo”.
Per non voler considerare la più favorevole delle ipotesi, poco probabile in verità, secondo la quale il Sostituto Procuratore sentisse “le persone informate dei fatti”, giungendo poi alla decisione di archiviare il tutto al termine delle indagini... (che potrebbero durare non meno di sei mesi!).

 

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