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     n. 20 anno 2020

Affrontare e vincere le crisi

di Enrico Sassoon

(In occasione dell'uscita del libro curato da Enrico Sassoon, Affrontare e vincere le crisi, Mind edizioni, pubblichiamo di seguito l'Introduzione dello stesso curatore, per gentile concessione dell'editore - NdR)

La crisi pandemica del 2020 non ha costituito un normale, per quanto violento e prolungato, passaggio nello svolgersi della storia e del tempo. La sua portata planetaria e la paralisi che ha imposto, e continua a imporre, a tutto il mondo ne fanno una crisi diversa, una discontinuità reale e inattesa, della quale si fa tuttora fatica a prendere le misure. Il costo già molto alto in termini di vite umane è destinato a salire; il danno economico si è già dimostrato immenso, al di là delle peggiori crisi e depressioni della storia; ma il suo impatto va misurato anche in termini psicologici (individuali e collettivi), politici e sociali. Di questi effetti siamo testimoni diretti ma solo il tempo ci darà l'occasione di comprenderne realmente la portata, per ora solo parzialmente verificabile.

Ciò che è ormai chiaro è che siamo di fronte alla rottura di un paradigma epocale. Le ultime tre-quattro generazioni hanno assistito negli anni a grandi catastrofi, come le guerre mondiali, gli stermini, le armi nucleari, la guerra fredda, il terrorismo, i conflitti religiosi, l'inquinamento ambientale, le grandi migrazioni. In relazione a ciascuno di questi eventi si sono generati non solo timori, ma anche percezione e consapevolezza di mancanza di controllo, poiché su scala individuale nessuno di questi drammatici passaggi avrebbe potuto e potrà rientrare nella nostra capacità di intervento e di azione. La loro scala ha spesso prevaricato anche le capacità di rispostatanto a livello nazionale quanto internazionale. Con la conseguente diffusione di inquietudini e frustrazione nei quattro angoli della terra.
Ma possiamo ormai dire che Covid-19 rappresenta un ulteriore aggravamento delle crisi planetarie, non solo perché evidenzia l'enorme difficoltà di gestire una crisi di questa natura, ma anche perché svela d'improvviso una verità che avremmo preferito non conoscere: le grandi catastrofi epocali, di cui abbiamo visto esempi in passato e che sono state prefigurate per il futuro, possono realmente avvenire. Altre pandemie potranno verificarsi; il riscaldamento globale potrà generare un aumento di più metri del livello dei mari e inondare le città costiere; la desertificazione potrà avanzare compromettendo le potenzialità agricole e alimentari; conflitti armati per le risorse idriche e di altro genere potranno concretizzarsi; una nuova depressione economica potrà materializzarsi; conflitti sociali potranno funestare i nostri Paesi; nazionalismi e autoritarismi risorgenti potranno minacciare, e in qualche caso deragliare, i sistemi basati sulla democrazia; scienza e tecnologia mal concepite e mal gestite potranno minacciare e danneggiare le comunità umane.
Non sono più scenari da libro o film di fantascienza. Ora siamo consapevoli che queste potenziali crisi potranno essere e dobbiamo prepararci ad affrontarle e a batterle. Prima di tutto con un giusto atteggiamento mentale, poi con tutti gli strumenti, i piani e le strutture che saranno necessari per non farsi trovare impreparati e per superarle con spirito positivo.
Questo libro vuole dare un contributo in questa direzione. I venti saggi che lo compongono affrontano il tema delle crisi ben oltre quella attuale che ci angustia. La prima parte riguarda, come altrimenti non potrebbe essere, la guerra alla pandemia. Questa crisi investe i sistemi sanitari e la salute pubblica ma ha progressivamente bloccato città, Paesi e continenti nel normale funzionamento sociale e nell'attività economica. Le imprese e i lavoratori si sono attrezzati per fare fronte alle regole indispensabili di distanziamento sociale, con il ricorso a strumenti tecnologici e soluzioni organizzative - in testa lo smart working - che consentano di mantenere un accettabile livello di attività. Ma molte attività, sia di imprese sia di professionisti, non possono trovare soluzioni sufficienti nei limiti in cui il lavoro in presenza non può sempre essere rimpiazzato da connessioni a distanza.
I danni, dunque, ci sono e ci saranno, la produzione industriale e le attività di servizio ne soffriranno e alla fine di quest'anno misureremo tutto questo in termini di caduta del prodotto interno lordo, di bilance commerciali compromesse, di aumento della disoccupazione e di incremento del debito pubblico. Sempre augurandoci che non intervenga una vera e propria crisi finanziaria o una effettiva depressione economica.
Le imprese di ogni genere e dimensione sono chiamate a sfide straordinarie poiché è in esse che si creano ricchezza, benessere e occupazione. La riorganizzazione in atto richiede doti che finora sono state evocate per competere con successo in mercati competitivi ma complessivamente normali, e che ora però diventano competenze indispensabili per sopravvivere. Dunque, flessibilità, agilità, strutture leggere, leadership creative, lavoratori disponibili, tecnologie distribuite, apertura alle innovazioni di ogni tipo. Una realtà nuova per la quale scarsamente ci si è finora preparati ma che, come nel caso del lavoro da remoto, impone una formidabile accelerazione senza la quale il rischio di non farcela è grave e reale.
La seconda parte del volume entra pienamente nel merito della gestione delle crisi da parte di leader consapevoli delle difficoltà da affrontare. Realtà di natura diversa, a partire dalla attuale, ma relative a difficoltà di mercato connesse a ricorrenti crisi di tipo economico e finanziario. In questa sezione si cerca di dare risposta a questioni fondamentali: come attrezzare l'azienda in modo da renderla pronta a reagire o, meglio ancora, ad anticipare una crisi? Quale tipo di organizzazione? Quali tecnologie? Quale formazione del personale? Quale struttura finanziaria? Quale tipo di leadership? Quale governance per la gestione dei rischi? Questioni permanenti in ogni tipo di organizzazione ma che diventano più urgenti in prospettiva di situazioni di crisi, generali o locali.
La terza parte si focalizza in particolare sul tema chiave della gestione dei rischi, sia in un quadro macro che con una lente micro. La pandemia in atto, incidenti degli ultimi anni come i grandi sversamenti in mare di sostanze petrolifere, i crash o gli attacchi informatici, le crisi politiche e militari sono altrettanti esempi di eventi esterni al perimetro di controllo di imprese e organizzazioni rispetto ai quali occorre sviluppare capacità di monitoraggio, organizzazione e gestione del rischio che sono ancora poco diffuse. L'accento va posto non tanto su una normale capacità di previsione dei rischi, ma ormai soprattutto sullo sviluppo consapevole di capacità di anticipazione e di gestione di "rischi imprevedibili", per quanto un orientamento di questo genere possa essere considerato paradossale. In sé, infatti, non si tratta di preparare soluzioni specifiche a problemi specificamente individuati, ma di organizzare l'azienda per metterla in grado di reagire con prontezza ed efficacia a crisi impreviste. Il frangente in cui siamo è la chiara dimostrazione dell'esigenza di modificare gli assetti prevalenti in funzione di una potenziata capacità di reazione e di risposta.
Per fare questo, ed è la quarta parte del volume, possono essere di grande aiuto le tecniche di elaborazione degli scenari futuri. I lettori di Harvard Business Review Italia hanno familiarità con l'ampio lavoro di costruzione di scenari a medio e lungo termine che rientrano nel Progetto Macrotrends (www.hbritalia.it) giunto nel 2020 al quinto anno e che dal 2019 ha trovato ulteriore diffusione nel Festival del Futuro (www.festivaldelfuturo.eu). Al di là di questo specifico contributo, esiste un'ampia attività di elaborazione di scenari sia di tipo economico-finanziario sia di tipo scientifico e tecnologico che aprono ai leader delle organizzazioni grandi ed efficaci finestre sul futuro. Così come si possono utilmente utilizzare scenari di tipo più qualitativo inerenti ai possibili sviluppi di tipo politico e sociale che prendono in considerazione le possibili evoluzioni in campo sanitario, alimentare, demografico e di costumi e stili di vita. I saggi di questa sezione invitano ad anticipare i possibili sviluppi futuri non in termini di "previsioni" ma di consapevoli analisi di scenari possibili professionalmente concepiti.
Infine, la parte finale esamina un altro aspetto di estrema rilevanza nel quadro di una crisi, quello della comunicazione. I saggi che presentiamo mettono bene in chiaro che la comunicazione non ha a che fare tanto con l'abilità tecnica del comunicare, quanto con la sostanza dei messaggi rivolti alla società e al mercato. Nell'era delle connessioni globali e del messaggio universale e istantaneo, la prima regola è quella della massima trasparenza. Messaggi ambigui o fuorvianti non solo sono dannosi per chi li emette, ma possono avere deleteri effetti disgreganti a livello di opinione pubblica e di mercato. Occorre dunque sviluppare politiche sane e ben realizzate di comunicazione sia verso l'interno sia verso l'esterno, basate su elevate professionalità e strutture dedicate. Anche questo un contributo fondamentale per aiutare ad affrontare le crisi nel modo più efficace e più opportuno.

Enrico Sassoon, Direttore responsabile di Harvard Business Review Italia

 

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