hronline
     n. 2 anno 2020

The implicate order
Alla ricerca del vero io

di Federico Bencivelli

"La ragione per cui scrivo la conosco.
Scrivo perché mi è necessario, è una cosa mia,
una funzione ormai obbligatoria del mio cervello e
del mio corpo, come dormire, sognare.

La ragione per cui scrivo quello che scrivo, invece,
di volta in volta mi è ignota:
ma arrivare ad affermare questo, per me,
è stata una conquista"

                                                                                                                      Sandro Veronesi
                                                                                                  Superalbo - Le storie complete

Secondo lo scrittore in ogni narrazione c'è qualcosa di profondo, un pulviscolo della propria essenza nascosta nell'oscurità dell'anima, in procinto di trovare la sua voce in una frase o un capoverso.

Qualche grammo di purissima verità, che una qualsiasi trama ha poi semplicemente il compito di "slabbrare" e contenere, non quello di spiegare.

Perché la sua verità è il suo mistero.

L'autenticità è l'arte di esplorare e percepire l'essenza, e di essere disposti -direi anzi coraggiosi - a metterla in evidenza.
 
Questo principio implica un processo graduale di apprendimento per dire la verità su ciò che sentiamo e sappiamo.

È l'arte di trovare la nostra voce, attraverso gli altri (con il contributo di discipline "facilitanti" come il coaching, il voice dialogue) oppure per conto nostro.

Trovare e parlare la nostra stessa voce è percepire il potenziale che è presente ed è in attesa di svilupparsi attraverso di noi.
In questo senso noi siamo il seme attraverso il quale si sviluppa una nuova realtà, emergente da ciò che in fisica è definito come l'"ordine implicito"(1).

I fisici non sono gli unici, peraltro, che hanno esplorato questo principio.

Ralph Waldo Emerson in un saggio chiamato "Autosufficienza", invita ogni persona ad approdare al punto di ascoltare se stesso, il potenziale che si sviluppa in lui:
"Il potere che risiede in lui è nuovo in natura, e nessuno tranne lui sa cosa può fare, né lo sa, fino a quando non ci avrà provato."

Mentre lo facciamo, non confondiamo più chi siamo con nessuna immagine di ciò che crediamo di essere o di ciò che ci è stato detto che dovremmo essere.

Aprendoci al vero "io"stiamo spianando la strada alle cose che abbiamo da dire e che sono il frutto di un pensiero che,come un flusso d'acqua, si muove delicatamente attraverso la mente.

Richiede tempo e spazio, si distingue in mezzo a una folla di pensieri che passano, arriva senza preavviso.

Dandoglivoce, il vero io prende forma, si disvela sprigionando un mare di energia che allarga l'orizzonte della coscienza e dell'esperienza, fino a raggiungere il più alto stadio della creatività, individuale e collettiva.

Fra le abilità che abbiamo in dote, quella di "dispiegamento" ci pone al livello più elevato di ascolto (di noi stessi, degli altri) trasformandoci in un veicolo affinché qualcosa che sta nascendo possa farlo.

In una pista, su cui fare atterrare un futuro che non assomigli troppo al passato.

(1) David Bohm, Science, Order and Creativity (New York: Bantam Books, 1987).

Federico Bencivelli
Senior Consultant e Associate Certified Coach -ICF (International Coach Federation)

 

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