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     n. 8 anno 2018

Contro Canto n. 100 (stimoli da 604 a 611)

di Massimo Ferrario

di Massimo Ferrario

REGIME, e la luna? (604)
È una tranquilla notte di Regime. Le guerre sono tutte lontane. Oggi ci sono stati soltanto sette omicidi, tre per sbaglio di persona.
L'inquinamento atmosferico è nei limiti della norma. C'è biossido per tutti. Invece non c'è felicità per tutti. Ognuno la porta via all'altro. Così dice un predicatore all'angolo della strada, uno dall'aria mite di quelli che poi si ammazzano insieme a duecento discepoli. Ce n'è parecchi in città. Dai difensori dei diritti dei piccioni alla Liga artica. Siamo una democrazia. Ogni tanto, sul marciapiede, si inciampa in qualcuno con le mani legate dietro la schiena. Forse la polizia lo ha dimenticato la notte prima. Ho guardato in alto, oltre le insegne illuminate e, obliqua su un grattacielo, c'era la luna.
Le ho detto: Cosa ci fa una ragazza come te in un posto come questo? (Stefano BENNI, 1947, scrittore, poeta, sceneggiatore, Baol, Feltrinelli, 1990)

CALL CENTER, «speriamo di esservi stati utili» (605)
«Pronto?». «Digiti il tasto 5 e cancelletto». «Pronto, scusi, avrei un problema». «Anch'io». «Chi gliel'ha detto di chiamarmi». «Il computer. Mi ha detto di premere il tasto 5 e cancelletto». «Le passo un collega». «Pronto?». «Mi dispiace. Ma mi hanno appena assunto». «Posso parlare con il principale?». «Non esiste». «Non c'è un responsabile?». «No. C'è solo il Call Center». «E lei?». «Sono il solito precario, una figura so-ciale emergente». «Come si chiama?». «Sono il numero 28D». «Ma non ce l'ha un nome?». «È la privacy». «E allora?». «Richiami il Call Center». «Scusi?». «Speriamo di esservi stati utili. Arrivederci». (Edoardo CAMURRI, giornalista, Call Center, da AA.VV., Cari lettori, quali sono i miti d'oggi?, ‘domenica', supplemento a ‘Il Sole 24 ore', 6 luglio 2008).

VECCHIAIA, se ti metti in ascolto (606)
Dire che la vecchiaia è come tornare bambini significa ritrovare quella libertà che nell'innocenza infantile era un dato istintivo ma che la consapevolezza della terza età rende ragionato. Appena ti metti in ascolto ti accorgi che questa libertà serve a riudire la vita che hai fatto, riviverla e modificarla. Puoi ridare significato a una vita vissuta in fretta, in cui hai commesso egoismi di cui non andare fiero. (...)
[D: È arrivato un momento in cui la sua influenza è letteralmente esplosa, facendo di lei una specie di guru. Perché?]
Quello che sento di poter dire senza presunzione è che non ho mai cercato di imbrogliare nessuno. La mia soddisfazione è sempre stata porgermi agli altri con lealtà. Alla fine, quando certe distrazioni cominciano a smagliarsi, adesso che non siamo più cosi incantati dal possedere una motoretta o un frigorifero, smaltita l'euforia, la sera quando torni a casa dopo la sbornia cominci a riconsiderare tutto e ti accorgi che non è più il banditore della fiera che ti può incantare, ma è come ti ha salutato un amico, come ti è rimasta fedele una donna e come tu sei rimasto fedele a lei. Tutto questo coincide con il tramonto. E forse è il momento in cui coloro cui mi rivolgo mi ritengono degno di un po' di attenzione. (Ermanno OLMI, 1931, regista e autore cinematografico, intervistato da Paolo D'Agostini, ‘La Repubblica', 28 luglio 2008).

POTERE, è anche un verbo (607)
Potere può essere un sostantivo nel nostro vocabolario, ma è anche un verbo, poter convivere, poter essere sereni, poter guardare in faccia l'interlocutore senza abbassare gli occhi, poter ridere, poter parlare, poter sentire, poter guardare in viso i nostri figli e i figli dei nostri figli senza avere la sensazione di doverci rimproverare qualche cosa, poter guardare ai giovani per trasmettere loro una vita fatta di sacrifici, di rinunzie, ma di pulizia. Poter sentirci tutti uniti in una convivenza che non può essere e non può restare vittima di chi prevarica, di chi, attraverso il potere, lucra. (Carlo Alberto DELLA CHIESA, 1920-1982, generale dei carabinieri e prefetto, primo discorso pubblico come prefetto di Palermo, 1 maggio 1982, citato da Mattia Stella, presidente dell'Associazione Giovani per la Costituzione, In difesa della Costituzione, intervento alla manifestazione di Roma Piazza Navona, 8 luglio 2008, ‘MicroMega', Il regime non passerà!, numero speciale, luglio 2008).

ERRORI, i bambini e la torre di Pisa (608)
Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell'ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell'energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un'energia troppo costosa.
Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa. (Gianni RODARI, 1920-1980, scrittore e pedagogista, Il libro degli errori, http://it.wikipedia.org, visitato il 31 luglio 2008).

RALLENTARE, il primo ideologo della ‘vita slow' è Seneca (609)
In fondo, la filosofia della lentezza non è nuova. L'ideologo dello Slow Food è vissuto qualche secolo fa. Si chiamava Seneca e insegnava che non è la vita a essere breve, siamo noi a renderla tale bruciando il nostro tempo. Consumare (e consumarsi) in una costante accelerazione alla fine non paga. Abbassare la velocità non significa rinunciare all'automobile, ma riconsegnare la città a una dimensione di vita più tranquilla. Stabilire che è l'automobilista a dover adeguarsi, non il pedone. La mia generazione usciva da scuola e tornava a casa a piedi. Oggi andiamo a prendere i figli a scuola, perché non ci fidiamo di lasciarli tornare a piedi. È paradossale: per tutelare la loro incolumità ci trasformiamo in pirati della strada. Viceversa, se per andare a prendere il figlio a scuola ho bisogno di venti minuti anziché dieci, non è un dramma. Anzi. E se tutti vanno più piano, non avrò più paura di far tornare il figlio a piedi. Così avrò guadagnato tempo, anziché perderlo. (Carlo PETRINI, fondatore e presidente di Slow Food, Il privilegio della vita slow, ‘La Stampa', 29 luglio 2008).

VINCENTI, meglio arrivare secondi (610)
Giuseppe Guin, giornalista del quotidiano ‘La Provincia di Como', nel suo libro Meglio arrivare secondi (*), racconta dell'inutilità della ricerca esasperata del successo.
E dedica il suo libro «a chi si sta rovinando la vita per tentare di arrivare per primo». In poche parole, a chi, gentile con se stesso, non lo è proprio!
La filosofia per riuscire a vivere felice, gliel'ha trasmessa Alfredo, pescatore da scoglio, che nelle lunghe sere passate in riva al lago, con in mano la sua canna da pesca di bambù, scruta i gruppi di cavedani e sorride guardando il primo, il più bello, il più snello, il più capace, il più determinato, il migliore: quello che, per sua sfortuna, facendosi largo fra tanti, abboccherà.
Per questo Alfredo il pescatore, guardando il piccolo banco guizzante e guardando il pesce appeso alla propria lenza borbotta: «Era meglio arrivare secondo». (Bruno CONTIGIANI, ex manager, fondatore dell'Associazione L'arte di vivere con lentezza e organizzatore della 1^ Giornata Mondiale della Lentezza, Vivere con lentezza. Piccole azioni per grandi cambiamenti, Orme, Milano, 2008 - (*) Giuseppe Guin, Meglio arrivare secondi, editore Enzo Pifferi, Como, 2005).

CAPITALISMO, se non gli vengono posti dei freni (611)
Eppure, tutta la storia dell'industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta la classe operaia a questo livello della più profonda degradazione. (Karl MARX, 1818-1883, filosofo politico tedesco, Salario, prezzo, profitto, 1865-1898, Bompiani, 2010).

Massimo Ferrario, consulente di formazione e di sviluppo organizzativo, responsabile di Dia-Logos 

 

 

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