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     n. 8 anno 2017

La sicurezza sul lavoro in Italia nel 2017

di Ilaria Li Vigni

di Ilaria Li Vigni

Importante calo dei morti sul lavoro, ottimi risultati sul fronte delle ispezioni, passi avanti sui diritti, ma preoccupante inversione di tendenza per quanto riguarda gli infortuni, anche senza conseguenze particolarmente gravi.

Ecco, in sintesi, il quadro 2016 tracciato dall'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul lavoro che fa il punto sulla sicurezza dei lavoratori in Italia.

Un bilancio di fine anno che parte dal dato riferito al fenomeno infortunistico, che negli ultimi decenni ha mostrato una costante tendenza alla diminuzione, in particolare a partire dal 2008 e fino al 2014.

Negli ultimi anni, tuttavia, si sta assistendo ad un rallentamento della favorevole dinamica, che aveva fatto registrare un -8,8% nel 2012, -6,8% nel 2013, -4,6% nel 2014 e - 4,0% nel 2015.

Nel 2016, la situazione è peggiorata e si prospetta un bilancio infortunistico con un saldo che, dopo tanti meno, è destinato addirittura a cambiare di segno.

Dai recenti dati pubblicati dall'Inail, infatti, dal 1° gennaio al 30 novembre 2016 si rileva un incremento delle denunce di infortuni sul lavoro di circa 5.200 unità, pari a +0,9%.

Anche i settori di attività in cui si sono verificati questi infortuni fanno riflettere.

I settori di attività in cui si riscontra la maggiore crescita infortunistica sono: servizi alle imprese (+6,6%), i trasporti (+5,1%), fabbricazione di autoveicoli (+5,1%) e metalmeccanica (+2,9%); mentre prosegue anche nel 2016 il calo degli infortuni in agricoltura (-4,2%).

Fortunatamente, per quanto riguarda le morti per incidenti sul lavoro, si registra un calo consistente delle denunce di 145 unità pari a -13,4%.

Si tratta di un risultato fortemente positivo su cui riflettere, anche perché nell'anno precedente si era verificata un'improvvisa crescita degli infortuni mortali di circa 100 unità.

Sul fronte della prevenzione, l'istituzione dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro rappresenta senz'altro un importante passo avanti nel miglioramento del livello di effettività delle tutele e di una maggiore legalità nel mercato del lavoro.

Istituito dal Jobs Act, l'Ispettorato è una nuova agenzia pubblica che mira a incentivare il rispetto della normativa vigente e della legalità, soprattutto attraverso l'individuazione, mediante controlli a campione, delle imprese che operano nell'irregolarità.

Nel corso della presentazione dell'Ispettorato, che ha iniziato le attività a gennaio, il ministero del lavoro ha reso noti i risultati dell'attività ispettiva nei primi 9 mesi dell'anno scorso: gli "accessi" presso imprese sono stati 103.348 e ci sono stati anche 5.104 accertamenti in materia di cassa integrazione e contratti di solidarietà.

In totale, sono stati contestati illeciti a 57.307 imprese, con un tasso di irregolarità complessivo, quindi, pari a circa il 61%, configurando un dato davvero allarmante.

I lavoratori "in nero" accertati sono risultati 30.416, in crescita dell'8% rispetto allo stesso periodo 2015.

L'INAIL ha ispezionato 14.716 aziende e riscontrato irregolarità nell'88% dei casi. I lavoratori irregolari accertati, compresi quelli in nero sono stati 44.330.

L'INPS ha ispezionato 22.199 aziende rilevando irregolarità in 17.037 e trovando 17.736 lavoratori irregolari (7.065 completamente in nero).

Insomma, i numeri sulla legalità del mercato del lavoro parlano chiaro: la strada da fare è ancora molto lunga soprattutto per quanto concerne la regolarità amministrativa e fiscale delle assunzioni e dei contratti.

Tali drammatiche percentuali di lavoro sommerso, tralaltro, si ripercuotono negativamente sulla sicurezza sul lavoro: molti lavoratori, non regolarmente assunti, sono privi di ogni copertura assicurativa e di ogni conseguente tutela.

V'è, tuttavia, da dire che molte irregolarità riscontrate da Inail ed Inps sono di natura squisitamente formale (erronea tenuta dei libri contabili ed omissioni amministrative): in tal senso una semplificazione delle procedure, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni, potrebbe risolvere il problema.

Concludiamo, però, con la bella nota di speranza offerta dal drastico calo di morti sul lavoro nel 2016: in Italia, nonostante tutto, la cultura della sicurezza nelle aziende sembra prendere piede, così limitando una delle più grosse piaghe del mondo del lavoro odierno.

Non dobbiamo abbassare la guardia, né da un punto di vista preventivo né da un punto di vista repressivo.

avv. Ilaria Li Vigni, Studio legale Li Vigni

 

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