hronline
     n. 10 anno 2009

Lavoriamo per la riforma

di Gabriele Gabrielli, Docente Università LUISS Guido Carlo

E' passato più di un mese dalla manifestazione della CGIL a Roma. Nel frattempo tutta l'Italia si è stretta attorno alla tragedia del terremoto de L'Aquila piangendo i suoi morti, tra cui molti giovani. Ma il tema portato in piazza ci sembra sia ancora lì; crediamo però non debba e non possa essere dimenticato. I conti anche questa volta non sono tornati; quando si va in piazza non tornano quasi mai e il balletto delle cifre ha continuato a mostrare distanze vistose, anche troppo. Nel merito, lo schema che è prevalso all'indomani della manifestazione, è stato sempre lo stesso, giocato tutto intorno alla ricerca di chi ha vinto e di chi ha perso. Non è mancata nemmeno la consueta conta dei "ritardatari", di quelli cioè che -per svariati motivi- non hanno voluto dire la loro prima dell'evento, ma che si sono affrettati subito dopo a far conoscere la loro valutazione. Proviamo però a non buttar via quello che di evidente ci ha offerto la manifestazione della CGIL del Circo Massimo. Ci sembra che il significato più vero espresso da tanta gente che è accorsa in piazza da tutta Italia sia quello di un invito forte -in tutte le direzioni- a cercare quel consenso necessario a riformare il lavoro. Crediamo che non importi a nessuno, invece, interrogarsi se ora Epifani -anche dopo la mancata firma dell'accordo quadro sulla riforma della contrattazione- si trovi ancora più in quell'angolo da cui voleva uscire. Se modifichiamo la prospettiva da cui leggere questi eventi riteniamo che anche dal "popolo" del Circo Massimo si possa prendere forza e stimoli per costruire politiche e realizzare concrete azioni che uniscano il Paese e non lo dividano. Anche il recente dramma e la tragedia del terremoto che ha colpito la terra abruzzese, ci invitano a mettere insieme energie e valorizzare comuni intenti, piuttosto che a separare e a marcare differenze. Crediamo proprio che non sia questo il tempo per mettere le dita negli occhi dell'avversario o per godere delle sue difficoltà; ci pare piuttosto che il clima della crisi richieda e ci inviti a fare ben altro. Che alimento possiamo trarre allora dal Circo Massimo per sostenere questa strategia? Senz'altro la convinzione che la "diseguaglianza" è arrivata al punto di massima sostenibilità e che oltre non si può andare. E' il tema che a ben vedere, secondo la lettura che ne ha dato Eugenio Scalfari, ha legato trasversalmente molte iniziative di questo ultimo periodo compreso il summit del G 20 a Londra. Il "popolo" del Circo Massimo rafforza e sostiene allora, può sembrare strano, proprio le iniziative che il Governo sta assumendo e che trovano nel Libro Bianco appena presentato dal Ministro Sacconi le argomentazioni più evidenti. E' il momento di ricercare consenso per costruire le condizioni necessarie ad accelerare il percorso delle riforme. Non ci si può tirare indietro; tutti abbiamo la responsabilità di assicurare il contributo per costruire uno Statuto dei lavori che sostenga la progettualità dei giovani; tutti dobbiamo partecipare a questo processo perchè "chi è senza peccato nei confronti dei giovani e dei precari scagli la prima pietra", ha scritto Francesco Riccardi sulle pagine di Avvenire. Non c'è niente da difendere; nessuna posizione da mantenere o da indicare a modello di condotta. Facciamo allora di questa nostra nudità una potente leva per unire tutti e trovare il consenso necessario per avviare una riforma che non sia generatrice di stress ma di fiducia.

 

  • © 2024 AIDP Via E.Cornalia 26 - 20124 Milano - CF 08230550157 - tel.02/6709558 02/67071293

    Web & Com ®